Cari compagni e amici,
questo congresso è convocato per raccogliere disponibilità e idee per un governo della salute e della ricerca alternativo all’impostazione clericale e assistenzialista dominante. Sarà dunque un congresso di proposte sui vari fronti di iniziativa, con un’attenzione prioritaria al contesto internazionale. E’ un congresso “in Rete”, per facilitare la partecipazione a distanza anche di chi non può esserci fisicamente, magari proprio a causa di gravi disabilità, e per far compiere all’associazione un salto di qualità nell’utilizzo delle tecnologie digitali al servizio della lotta politica.

Faremo subito circolare una bozza di mozione alla quale ciascuno potrà contribuire sui singoli temi e che sarà parte integrante delle relazioni di segreteria e tesoreria. Voglio però anticipare una convinzione di fondo: per quanto ottime possano essere le nostre ragioni, non possiamo pensare di ottenere riforme laiche e liberali significative se non riusciremo a liberarci da un regime che da sessant’anni occupa le istituzioni italiane calpestando sistematicamente la democrazia e lo Stato di diritto. Certamente il nostro sforzo nell’elaborare proposte legislative e di governo deve proseguire, perché rappresenta un elemento di pressione che ha ottenuto risultati concreti: sulla RU486, sui registri comunali del testamento biologico, sulla legge in materia di fecondazione assistita e sui comunicatori per i disabili gravi e gli sms per i sordi. Ma non dobbiamo illuderci che un vero cambio di politiche, una svolta laica e antifodamentalista possa prescindere da un’alternativa “di sistema”, che riguardi il modello istituzionale e il rispetto dei diritti civili e politici dei cittadini . Per questo, ritengo necessario che l’Associazione Luca Coscioni faccia proprio l’obiettivo dei Radicali di porre fine al Sessantennio partitocratico candidandosi al governo del Paese. Sembra un’esagerazione o una velleità, ma in realtà è un progetto che si basa sulla profonda sintonia che -a partire dai temi “coscioniani” della vita e del corpo- abbiamo sempre mantenuto con la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, nonostante la censura alla quale siamo sottoposti. Tornerò alla fine su questo punto.

CONGRESSO MONDIALE E SOCCORSO DI SCIENZIATI PER LA RICERCA SULLE STAMINALI IN ITALIA

Nel merito delle singole questioni, bisogna partire dal fronte internazionale, perché è da lì che giungono le principali novità, innanzitutto con la decisione dell’amministrazione Obama di togliere il bando di Bush sulla ricerca sulle staminali embrionali. Il Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, che abbiamo organizzato a marzo presso il Parlamento europeo, è stata l’occasione per ampliare i nostri obiettivi e la rete di persone impegnate a realizzarli.

Voglio qui richiamare alcuni degli impegni che ci siamo assunti nella dichiarazione finale di Bruxelles:

  • il monitoraggio dello stato della libertà di ricerca e di cura nel mondo;
  • il rafforzamento o la creazione di politiche, regole e giurisdizioni, anche internazionali e costituzionali, a difesa del diritto alla libertà di ricerca;
  • la libertà di ricerca sulle cellule staminali, in particolare:
    1. il superamento dei divieti posti dall’Unione europea alla finanziabilità della ricerca ottenuta con la tecnica del trasferimento del nucleo cellulare;
    2. il superamento dei divieti proposti, pur se in modo non vincolante, in sede di Nazioni Unite;
  • la creazione di una rete internazionale che aiuti a diffondere una corretta informazione in merito all’accesso alle terapie nel mondo e a difendere i pazienti dalla violazione del diritto a cure sicure ed efficaci;
  • la promozione dell’insegnamento del metodo scientifico;
  • l’affermazione dell’autodeterminazione individuale in materia di cure, anche nel caso in cui la sospensione di tali cure possa condurre il paziente alla morte;
  • l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in particolare nei Paesi meno sviluppati.

Su tali obiettivi, i firmatari si “impegnano nella creazione di reti e gruppi di lavoro tematici e territoriali, nonché nell’aggregazione di singole categorie come gli scienziati e i premi Nobel, i pazienti e i rappresentanti di organizzazioni non-governative e politico-istituzionali, in collaborazione con il Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito (organizzazione non governativa con status consultivo alle Nazioni Unite). Questa idea di una rete internazionale a favore della libera ricerca non è restata sulla carta, ma siamo riusciti a renderla operativa proprio sul fronte italiano, dove il governo e le Regioni hanno di nuovo deciso di escludere illegalmente dai finanziamenti statali la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Ventinove scienziati da 9 Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svizzera Svezia Germania, Slovenia, Turchia, Spagna) hanno raccolto l’invito dell’associazione a contribuire alle spese legali del ricorso presentato da tre scienziate italiane, Cattaneo, Cerbai e Garagna. In prima istanza il TAR ha inspiegabilmente respinto il ricorso, ma la battaglia giudiziaria continuerà, perché la legge 40 non vieta la ricerca sulle linee cellulari importate, dunque l’esclusione dai finanziamenti è discriminatoria e illegittima, anche se nemmeno le Regioni governate dalla sinistra hanno battuto ciglio.

TESTAMENTO BIOLOGICO E ALTRE DEBOLEZZE VATICANE. INTANTO IL PD NON FA NULLA

Sul piano interno, la partita politica più rilevante è quella che si sta giocando sul testamento biologico, in particolare sul nodo della nutrizione e idratazione artificiale, che il Vaticano e una parte finora prevalente del Parlamento vorrebbero poter imporre a forza in nome della vita. Se la partita è ancora aperta lo si deve innanzitutto ai cittadini italiani che, in particolare grazie alla lotta di Welby e Englaro, continuano ad essere, cattolici inclusi, massicciamente favorevoli a un vero testamento biologico e persino alla regolamentazione dell’eutanasia. Lo si deve anche al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha usato parole chiare nel definire la proposta passata al Senato come una legge “da Stato Etico”. A questo punto, grazie anche all’azione martellante dei parlamentari radicali, ci sono possibilità concrete di bloccare quella legge. Molto dipende da quello che sceglierà di fare l’opposizione ufficiale, in particolare il PD. Come Associazione Coscioni abbiamo sollecitato Dario Franceschini e tutti i segretari dei partiti di opposizione a usare uno strumento in grado di far saltare la strategia proibizionista: l’istituzione di registri comunali del testamento biologico, dove già ora i cittadini, forti del precedente Englaro, possano depositare le proprie dichiarazioni anticipate di volontà. Lo si può già fare a Roma e in altre città. Lo si può anche fare senza passare per i comuni: insieme all’associazione “a buon diritto” di Luigi Manconi abbiamo raccolto oltre 2.500 biotestamenti già giurdicamente validi. Tutte queste persone , che vanno  negli uffici comunali o che  ricorrono al fai-da-te, un domani sarebbero titolate a fare ricorso alla Corte costituzionale nel caso in cui il Parlamento approvasse una legge che non ne rispetta la libertà di scegliere anche l’interruzione delle terapie. Sarebbe ad esempio titolato a fare ricorso Paolo Ravasin, che con il suo video-testamento ha dato un esempio di forza e creatività nonviolenta.

Ecco perché l’opposizione alla legge si può fare anche negli 8.000 comuni. Ed ecco perché sarebbe fondamentale la mobilitazione di chi dispone di decine di migliaia di eletti negli enti locali. Nessuna maggioranza infatti riuscirebbe ad approvare una legge in contrasto con l’opinione pubblica se soltanto l’opposizione facesse l’opposizione, e in particolare se il partito democratico la smettesse di inseguire la mediazione tra “posizioni” e si decidesse  a fare qualcosa in concreto. Per quanto ci riguarda, continuiamo la nostra campagna in tutti i comuni dove sarà possibile raccogliere le firme per proposte di iniziativa popolare o consiliare.

La debolezza della strategia vaticana è evidente anche su altri temi, come quello della RU486 e l’aborto, dove non sono bastate scomuniche e minacce per impedire un atto tecnicamente dovuto dell’Agenzia per il farmaco. Quanto alla fecondazione assistita, non sono ancora riusciti a rimediare alle sentenze della Corte costituzionale che hanno annullato alcuni dei divieti più odiosi. L’impressione è che la linea fondamentalista stia producendo gli anticorpi necessari per arginarla, per evitare che i colpi di coda del clericalismo vadano tutti a segno nel modo più dannoso. Naturalmente l’impegno dell’associazione su tutti questi fronti continua, non soltanto attraverso le proposte istituzionali, ma anche aiutando a rendere pubblica e politica la resistenza individuale di tanti. Dobbiamo rafforzare il nostro servizio di Soccorso civile, che già ha consentito a tanti sulla pillola del giorno dopo, sulla RU486 o sulla cannabis terapeutica di ricevere assistenza sia medica che legale.

DISABILITA’ NUOVA GRANDE QUESTIONE SOCIALE E POLITICA

Un obiettivo centrale per il prossimo anno “coscioniano” è quello di mettere la questione disabilità al centro dell’agenda politica nazionale. Non si tratta semplicemente di aggiustare questo o quell’intervento specifico. Con una popolazione mediamente sempre più anziana, la disabilità è ormai la nuova grande questione sociale alla quale lo Stato deve fare fronte non tappando le infinite falle che si aprono nella rete assistenziale, ma investendo sulle opportunità che la rivoluzione tecnologica in atto può mettere a disposizione, assieme a un’impostazione liberale nel governo della sanità, basata su scelte individuali pienamente informate e sulla valutazione dei servizi offerti.
Sulla questione disabilità rimando alla relazione tematica e ai lavori di commissione, così come su altri temi che faranno certamente parte degli impegni dell’associazione per il prossimo anno:

  • la riforma della Spesa sanitaria (relazione di Marcello Crivellini e Commissione presieduta da Carlo Troilo);
  • la riforma dell’Università (relazione di Piergiorgio Strata e Commissione presieduta da Giulia Simi);
  • fecondazione assistita (commissione presieduta da Filomena Gallo);
  • diritto di famiglia (commissione presieduta da Bruno De Filippis);
  • cannabis terapeutica (commissione presieduta da Claudia Sterzi e Alessandro Capriccioli)

CONCLUSIONI: NON UNA LOBBY LAICA, MA UNA COMUNITA’ IN LOTTA, PER L’ALTERNATIVA RADICALE E LAICA

Voglio terminare da dove ho iniziato: il Congresso in rete e la candidatura radicale al Governo del Paese. Per spiegare il senso di questo accostamento, non trovo modo migliore  che rifarmi alla storia di Luca Coscioni. Fu infatti l’elezione via internet di 25 membri del Comitato dei Radicali a consentire a Luca, allora già immobilizzato anche nella sua voce, di rendere fatto pubblico e forza politica la propria condizione di malattia, la propria urgenza di libertà. Passarono poche settimane e Marco Pannella lo propose come Presidente di Radicali italiani e capolista della Lista Bonino alle elezioni politiche. In quella veste, di candidato e leader politico, Luca ottenne il sostegno di 50 Premi Nobel, che diventarono 100 nel corso della campagna contro la messa al bando della ricerca sulle staminali embrionali in sede di ONU e di Unione europea. Una storia straordinaria, che fu conosciuta dai cittadini italiani solo quando Luca morì. Una storia emblematica: Internet, come strumento per abbattere le barriere all’iniziativa politica; il Partito radicale, come luogo dove armare la lotta nonviolenta per la libera ricerca, arrivando a “parlare” ai premi Nobel di tutto il mondo; il Regime anti-democratico italiano, come ostacolo che impedisce ai cittadini di conoscere e scegliere l’alternativa personificata da Luca come da Piero Welby, come dai tanti “malati ignoti” o anche dagli scienziati costretti ad andare all’estero per fare il proprio lavoro.

Ecco perché ritengo che fare proprio l’obiettivo radicale di liberazione da questo regime e di candidatura al governo sia indispensabile per non rendere velleitaria l’azione della nostra associazione. Non possiamo ridurci a una sorta di “lobby laica”. Non sarebbe abbastanza nemmeno se fossimo in democrazia. Ma, giusto per fare un esempio, gli spazi dell’accesso previsti dalla legge sulla radiotelevisione, e per i quali abbiamo fatto regolare domanda insieme a centinaia di associazioni, sono illegalmente bloccati dal febbraio 2008, cioè di fatto abrogati senza che nessuno sia in grado di far rispettare la legge. Dunque non possiamo limitarci a raccontare le nostre “buone ragioni”. Dobbiamo occuparci dell’affermazione della legalità, di un’alternativa finalmente democratica e liberale che non è soltanto possibile, ma persino probabile. Questo congresso serve a lavorare assieme con umiltà per contribuire a realizzarla.

Da quando arrivò Luca dai Radicali sono ormai passati 8 anni, e sono cresciute le possibilità di creare in Rete una comunità di persone, in particolare di malati e di scienziati, che condividono speranze e urgenze di libertà, interagendo tra loro su base volontaria, fuori e contro i canali dell’assistenzialismo parastatale e clericale. Ormai da qualche hanno il nostro motto è dal “corpo dei malati al cuore della politica”. Oggi, il cuore della politica sta in quella maggioranza di cittadini italiani che hanno i nostri stessi obiettivi e che vedono calpestato il proprio diritto a conoscerci e a sceglierci. Di questo “cuore” ci dobbiamo occupare.