Workshop universitario su colture cellulari

All’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia verranno approfondite le tecniche microscopiche applicate alle culture “in vitro”. Un workshop di quattro giorni dal 20 al 23 settembre si terrà al Campus Scientifico Universitario di Modena. L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ospita un workshop teorico-pratico su “Microspie applicate alle colture cellulari”.

L’iniziativa, che si terrà a Modena presso il Dipartimento di Scienze Biomediche (via Campi 187), vedrà impegnati per quattro giorni, dalle ore 10,00 di martedì 20 a venerdì 23 settembre 2005, decine di studiosi e ricercatori di tutta Italia, che si occupano a livello medico, biologico e biotecnologico di scienze microscopiche e di colture cellulari e che nella loro quotidianità si trovano a dover “osservare” cellule in vitro.

Organizzato in forma di corso con approfondite lezioni teoriche e valide ed efficaci dimostrazioni pratiche, l’appuntamento si segnala come un evento di altissimo valore scientifico, tanto che si sviluppa all’interno delle attività promosse dalla SISM (Società Italiana Scienze Microscopiche) e dall’AICC (Associazione Italiana Colture Cellulari), rientrando a pieno nell’ambito delle iniziative didattiche cui la Commissione Nazionale per la formazione continua attribuisce crediti ECM.

“L’utilizzo e le applicazioni delle colture cellulari nei diversi campi della biomedicina – sottolinea la prof.ssa Roberta Tiozzo, Direttore del Laboratorio di Colture Cellulari del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Colture Cellulari – sono in costante e continua espansione. In proposito basti pensare alle potenzialità delle cellule staminali, all’uso dei sistemi in vitro in alternativa alla sperimentazione su animali, all’impiego di cellule per studiare i meccanismi patogenetici di alcune malattie, sia di tipo genetico che tumorale. Le colture cellulari rappresentano, quindi, uno strumento sempre più importante e diffuso non solo nei laboratori di ricerca, ma anche nella pratica clinica. E’, pertanto, necessario sviluppare e promuovere la conoscenza di un sempre maggior numero di tecniche e metodologie, che permettano di affinare e potenziare le informazioni che le colture cellulari possono dare”.

Nelle prime due giornate autorevoli docenti modenesi e italiani presenteranno i principi teorici ed alcuni modelli in cui vengono applicate la microscopia ottica e a fluorescenza, la microscopia
confocale, nonché la microscopia elettronica a scansione e a trasmissione su sistemi in vitro. In questo contesto non verranno, però, trascurate anche le microscopie a sonda e le tecniche microanalitiche, cercando di evidenziare la complementarietà tra le diverse tecniche strutturali.

Nelle due giornate successive ampio spazio verrà lasciato alle dimostrazioni su strumenti, avvalendosi in questo caso dell’esperto contributo fornito dai tecnici del CIGS, il Centro Interdipartimentale Grandi Strumenti dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, diretto dal dott. Pier Luigi Fabbri, che metterà a disposizione i laboratori di microscopia ed imaging, che da oltre trent’anni rappresentano un punto di riferimento non solo del nostro Ateneo, ma anche nell’intero panorama nazionale, con personale altamente qualificato e strumentazione, tecnologicamente, fra le più avanzate.

“Questo workshop – afferma la prof.ssa Daniela Quaglino, docente all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Presidente della Società Italiana di Scienze Microscopiche – vuole evidenziare lo stretto legame esistente tra ricerca sperimentale e pratica clinica, ma anche tra ricerca biomedica e sviluppo tecnologico, offrendo ai partecipanti una panoramica della evoluzione delle diverse tecniche microscopiche, con particolare riguardo alle applicazioni sulle colture in vitro. La microscopia non è soltanto una metodica, che ci permettere di cogliere, come una macchina fotografica, dettagli e caratteristiche strutturali dei tessuti e delle cellule a diversi livelli di risoluzione. E’, invece, uno strumento versatile e in continua evoluzione, che ci fornisce anche informazioni sulla composizione dinamica a livello submolecolare, sulla funzionalità e sul comportamento delle strutture biologiche”.