Vittoria! Ora affondiamo la Legge 40

Cronache del Garantista
Filomena Gallo, Gianni Baldini, Angelo Calandrini

La parola chiave è proprio “garantismo”. Ricordiamone la definizione: «Dottrina politica sviluppatasi nell`Ottocento che sosteneva il rispetto delle garanzie costituzionali dei cittadini contro possibili arbitri da parte dello Stato». È proprio la garanzia del diritto costituzionale alla salute e all`uguaglianza nell`accesso alle cure che è venuta a mancare in questi dieci anni di legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita.

Il Parlamento, infatti, nel 2004 emanò questa legge illiberale, mentre ai cittadini fu vietato di poter decidere nel momento in cui le resistenze clericali fuori e dentro le aule, aiutate dalla cattiva informazione, riuscirono a sabotare il referendum radicale.

Lo Stato in questi anni è entrato nelle camere da letto degli italiani e ha detto loro con quali limiti tentare una gravidanza. E si è imposto anche nei laboratori scientifici proibendo la ricerca sugli embrioni. Ha fatto tutto questo proprio in maniera arbitraria, senza fondamento logico, scientifico e tantomeno giuridico. Ha imposto i divieti in maniera ideologica.

Solo grazie all`intervento dei tribunali e della Corte costituzionale e alla perseveranza di tante coppie che non si sono arrese siamo riusciti a smantellare la legge 40. Proprio grazie al coraggio di Valentina, Fabrizio, Maria Cristina e Armando oggi possiamo dire addio a un altro divieto: quello di accesso alla fecondazione assistita per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche.

Si erano rivolte all`Associazione Luca Coscioni perché una struttura pubblica romana aveva vietato loro la diagnosi pre-impianto. Siamo riusciti a sollevare due dubbi di legittimità costituzionale e ora il comunicato della Corte ci dà ragione.

Dalla lettura, infatti, del comunicato della Corte Costituzionale, si evince che la Consulta ha accolto pienamente quanto depositato da noi nelle nostre memorie in cui chiedevamo di evitare a queste coppie interruzioni di gravidanze e di accedere alla fecondazione assistita per non trasmettere ai loro figli le patologie genetiche di cui sono portatrici sane. La Consulta ha fatto una scelta che tutela i nostri assistiti e che non mette paletti, ma delinea un quadro coerente, agganciando a criteri certi i diritti delle coppie.

L`ad 6 lett b) della legge 194/78 sull`aborto, a cui il dispositivo fa riferimento, non elenca le patologie genetiche o cromosomiche che danno diritto all`aborto terapeutico, ma rinvia alla valutazione del medico. Principio che resta fermo per le coppie con gravi patologie geneticamente trasmissibili. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, ma nel dispositivo non si colgono paletti, ma piuttosto la definizione di una quadro coerente, da cui emerge un punto: non c`è differenza tra l`embrione malato che non deve essere trasferito e il feto malato che può essere abortito.

Come si ha diritto all`aborto terapeutico oltre il 3° mese di gravidanza, dopo aver fatto l`amniocentesi, così per la fecondazione si può fare subito la diagnosi preimpianto e sussistendo i requisiti si può decidere di non procedere all`impianto dell`embrione. Inoltre, la certificazione sulla malattia genetica della coppia la deve dare il centro pubblico.

Ora bisogna leggere attentamente le motivazioni, ma il fatto che la certificazione spetti al pubblico, potrebbe anche comportare che la Pgd rientri nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, con la possibilità di un rimborso per il paziente. Sarà interessante capire se il diritto alla diagnosi della patologia è solo per la coppia oppure deve essere esteso anche all`embrione.

Resta ancora del lavoro da fare, occorre cancellare ancora alcuni divieti: quello della ricerca sugli embrioni e quello per l`accesso dei single e coppie dello stesso sesso alla fecondazione assistita. Lo faremo, in ogni caso, attraverso i ricorsi delle persone colpite direttamente dai divieti. Ma chiediamo oggi alla ministra della Salute Lorenzin, della ricerca Giannini e ai Parlamentari tutti di non aspettare che siano sempre i giudici italiani ed europei a spiegare che anche gli ultimi divieti della legge 40 sono contrari alle libertà fondamentali della persona.

Sul sito dell`Associazione Luca Coscioni si può già la petizione al parlamento per legalizzare la ricerca sugli embrioni.