Villa Serena nella bufera La prova degli aborti nei rifiuti della clinica Suore nel mirino dei pm

di Anna Bonni

«E’ una vera e propria villa col parco nel bello (ed esclusivo, ndr) quartiere di Albaro con vista sul mare… Da oltre 65 anni il reparto Maternità ha visto nascere la discendenza di tante famiglie, al punto da conquistarsi il soprannome di "Clinica dove volano le cicogne"». Stiamo parlando di Villa Serena. E l’incipit su riportato è visibile on line. Basta cliccare su "www.villaserenage.it" per disporre di tutte le informazioni sulla clinica più esclusiva di Genova al centro di un’inchiesta piuttosto inquietante.

Proprio ieri l’altro, frugando tra i rifiuti ospedalieri della "Clinica dove volano le cicogne", sono stati rinvenuti i resti degli aborti volontari recuperati dai box di smaltimento della clinica. Referti, dunque prove tangibili e materiali di ciò che accadeva dentro le mura della clinica finiti nel dossier aperto sul nome del ginecologo Ermanno Rossi che si è tolto la vita lo scorso 10 marzo gettandosi dall’undicesimo piano. Un dossier che si va allargando e che già contiene almeno altri 8 indagati, a cui si aggiungono tre operatori sanitari della stessa clinica.

 Dossier su cui il sostituto procuratore Sabrina Monteverde non conferma certo alcuna notizia ma fa capire che i prossimi giorni potrebbero rivelare nuove ed eclatanti sorprese. L’indagine, comunque, allo stato attuale prova con certezza almeno una cosa: nella clinica gestita dall’ordine delle Immacolatine, suore del terz’ordine francescano, si praticavano aborti clandestini.

E, soprattutto, questione scottante che resta aperta, e al vaglio dei pm, ma che creerebbe uno scandalo non di poco conto, è la seguente: è davvero possibile che i vertici, e dunque le Immacolatine, non sapessero davvero cosa accadeva dentro la clinica da loro gestita? E’ verosimile, nella clinica più "in" della città, che si vanta di aver dato – basta leggere sul sito – «discendenza a tante famiglie» che nessuno fosse a conoscenza di quanto accadeva all’interno? E ancora come è possibile che i dirigenti fossero ignari?

Rossi non ha potuto comunque operare da solo. E naturalmente si avvaleva di un’equipe per attuare gli aborti almeno due – precisano i pm – effettuati «in violazione della legge 194», tanto contestata così vituperata così presa di mira dalle gerarchie ecclesiali in giù fino a Ferrara. Presto i pm faranno luce. E proprio in queste ore, ma la notizia potrebbe arrivare anche oggi, si saprà se nel mirino dell’inchiesta sono finite anche le suore. Per il momento le indagini si vanno concentrando sull’anestesista e sulle due ferriste che aiutavano Rossi.

 Gli investigatori in sostanza dovranno appurare se i tre operatori medici-sanitari che coaudiuvavano Rossi fossero appunto complici o ignari di star praticando veri e propri aborti clandestini. Ufficialmente del resto dai referti risulta che il medico suicida facesse raschiamenti in seguito ad aborti spontanei.

 E lo stesso anestesista indagato per l’ipotesi di reato di concorso in aborto clandestino dichiara: «Ho sempre avuto fiducia nel dottor Rossi. Secondo il referto si trattava di revisioni della cavità uterina: non potevo sapere che si trattasse di altro e nemmeno ora ho motivo di dubitarne». Da Villa Serena i responsabili ribadiscono la piena e totale estraneità alla vicenda in cui anzi la stessa clinica si dice ormai aver assunto «il ruolo di vittima».

Ma i pm continuano a non esserne affatto convinti e, dopo il ritrovamento dei resti degli aborti effettuati finiti nei bidoni dei rifiuti della casa di cura, l’inchiesta si va espandendo a macchia d’olio sulla "villa chic" finita nella bufera. E sulle stesse Immacolatine.