Il caso di Piergiorgio Welby – malato terminale di distrofia e copresidente dell’associazione Luca Coscioni – e il suo appello al Presidente della Repubblica hanno riacceso la discussione su eutanasia e testamento biologico.Io ritengo che sia un bene parlare pubblicamente di questi temi, che devono uscire definitivamente dalla sfera dei tabù. Però penso anche sia molto importante capire bene il significato di ogni parola.
Differenza tra Eutanasia e Testamento Biologico
Eutanasia significa letteralmente “dolce morte” e indica il porre fine alla vita di una persona malata, in risposta a una sua specifica richiesta, che viene espressa in piena coscienza perché egli giudica insopportabile la condizione di sofferenza causata dalla sua malattia.
Biotestamento significato
Il testamento biologico riguarda invece i casi in cui il malato, al contrario, non potesse, per una sopravvenuta incapacità – come nel caso di un grave incidente – esprimere consapevolmente e personalmente la propria volontà circa le cure a cui desidera o non desidera essere sottoposto.
Quindi è vero che testamento biologico ed eutanasia riguardano il tema ”fine della vita” ma sono due problemi diversi e logicamente separati.
Con il testamento biologico la persona, nel pieno delle sue capacità, esprime le sue direttive anticipate, da utilizzare nel caso in cui non potesse più far valere di persona le proprie scelte. È uno strumento di autodeterminazione del malato ed è la logica estensione del concetto di “consenso informato alle cure”, che è accettato da tutti.
Anzi, in Italia è obbligatorio per legge da parecchi anni. E le direttive anticipate possono anche includere precise clausole di esclusione dell’eutanasia, anche qualora fosse riconosciuta dalla legge. Ora alla Camera dei deputati si discute di testamento biologico, per arrivare a una legge che allinei il nostro Paese a quelli più avanzati nel campo dei diritti dei malati.