Vaticano scatenato: E’ eutanasia scontro sulla “fine-vita”

di Maristella Iervasi
Statue at Palazzo di Giustizia(Immagine fornita da Flickr)

La svolta nella battaglia del papà di Eluana fa infuriare il Vaticano. L’emittente pontificia apre subito i microfoni e commenta: « E una «grave sentenza quella dei giudici di Milano. Nessun tribunale dal 1999 aveva mai accolto la richiesta della famiglia di interrompere il trattamento di alimentazione ed idratazione della loro figlia». Poi la parola passa al professor Gianluigi Gigli, del Consiglio esecutivo di «Scienza e Vita», che rimarca: «E una notizia estremamente triste. Eluana Englaro sarà la Terry Schiavo d’Italia». Mentre la stessa associazione in una nota arriva a dire che «si legittima l’uccisione di un essere umano per fame e sete». E scende in pista anche monsignor Renato Fisichella, neo presidente della Pontificia accademia per la vita: «La decisione dei giudici su Eluana giustifica di fatto una azione di eutanasia». Non finisce qui. Parla monsignor Elio Sgreccia: «Anticipare la morte non è mai in potere dell’uomo. Ci sono stati casi di ripresa anche a distanza di anni». E critiche arrivano anche dal centro di bioetica dell’Università Cattolica di Roma, diretto dal professor Adriano Pessina: «È stato attribuito al tutore un vero e proprio potere di vita e di morte sulla persona a lui affidata. Una decisione grave che legittima forme di abbandono terapeutico per i cittadini che non sono in grado di provvedere a se stessi». Per il professor Pessina la cura delle persone in stato vegetativo «è doverosa». Da qui l’appello a Beppino Englaro, il padre-tutore di Eluana, affinchè permetta che la figlia «continui a vivere». Ma il genitore, che ha sempre preferito parlare di «libertà» e non di «morte cerebrale o eutanasia», fa sapere che «ha vinto lo Stato di diritto: ora la libereremo».
E soddisfatti della decisione dei giudici della corte di appello di Milano si dicono Mina Welby la vedova di Piergiorgio Welby, malato di distrofia muscolare e aiutato a morire dal medico Mario Riccio il 21 dicembre del 2006: «Finalmente Eluana avrà quello che ha desiderato e il padre ora potrà elaborare il lutto»; e Demetrio Neri membro del Comitato nazionale di Bioetica: «Ho accolto questa sentenza con grande gioia, anche se certamente provo tristezza. Non pratico bioetica ideologica».
Come accadde con Terry Schiavo, la decisione del Tribunale di II grado ha subito sollevato discussioni e polemica politica. C’è chi parla senza mezzi termini di eutanasia e chi invece intravede uno spiraglio per la via al testamento biologico. Il Pdl è unito alla condanna: Renato Farina, deputato e giornalista, chiede l’intervento del Presidente della Repubblica «contro una crudele condanna a morte». Unica voce fuori dal coro Pdl Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali: «La decisione dei giudici di Milano è giusta ed umana. Consente di interrompere, come nella volontà più volte espressa in vita dalla ragazza, un accanimento terapeutico divenuto del tutto inutile ed insensato». Di tutt’altro avviso la parlamentare teodem del Pd, Paola Binetti: «Anche quella di Eluana Englaro, in coma dal 1992, è vita. E pertanto deve spegnersi naturalmente. Staccare la spina per interrompere una vita è qualcosa che dovremmo allontanare dall’orizzonte del nostro pensiero». Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, commenta: «Sentenza rigorosa e rispettosa dell’art. 32 della Costituzione e della Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo e la biomedicina. Ma c’è necessità di una legge sul testamento biologico che permetta ad ognuno, se lo vuole, di indicare le proprie volontà riguardo ale terapie che ritiene accettabili se un giorno si troverà nelle condizioni di non potersi più esprimere. Non possono essere i tribunali, come spesso è avvenuto, a prendere decisioni così importanti per la vita dei cittadini».
Non lascia margini Gianfranco Rotondi, ministro per l’Attuazione del Programma: «La vita non è un diritto disponibile nè davanti a Dio nè davanti alla legge. Si comincia con la morte dolce e si finisce al suicidio assistito. Altra cosa – conclude – è il rifiuto dell’accanamento terapeutico». Dissentano anche la senatrice del Pd, Emanuela Baio Dossi: «Quella di Eluana è comunque vita», ed Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare: «Come si può parlare in questo caso di libera scelta? Dov’è il consenso informato di Eluana?». Mentre i Radicali con Marco Cappato e Mario Riccio, il medico anestesista di Welby, dicono: «Ad Eluana è stata resa giustizia dopo 16 anni di violenza. Sentenza storica e di buon senso». E il leader storico Marco Pannella: «Affermata la civiltà giuridica, umana e politica».
Si accoda al coro delle critiche Luca Volontè, deputato dell’Udc, che parla di «pessima ingerenza» di un organo giudiziario e di «omicidio autorizzato». Mentre per Felice Casson e Vittoria Franco, entrambi del Pd, chiedono che il testamento biologico torni all’ordine del giorno del Parlamento. «Scienza e vita» e il mondo cattolico all’attacco: è la Terry Schiavo d’Italia Anche il fronte teodem sulle barricate I radicali e l’anestesista Riccio: «A Eluana è stata resa giustizia dopo 16 anni di violenza Sentenza storica e di buon senso»