Una seconda pelle artificiale si ripara da sola, come in un film

Protesi, circuiti e robot. Ma il campo delle protesi non è l’unica applicazione della nuova pelle artificiale. Come ricordano gli autori, questo materiale può avere notevoli applicazioni anche in altri campi, ad esempio nella creazione di dispositivi elettronici capaci di ripararsi da soli.  A Stanford stanno anche pensando a come rendere il materiale trasparente, in modo da creare patine di rivestimento per circuiti o schermi touchscreen. C’è poi l’interessante possibilità di creare robot umanoidi sempre più realistici ed indistinguibili dagli esseri umani. Ma niente paura: da qui ai Terminator, per fortuna la strada è ancora lunga.