Una class action per l’accesso alla fecondazione assistita

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Il Manifesto
Filomena Gallo, Gianni Baldini

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ll diritto di accesso alle cure in Ita­lia non è uguale per tutti. Dopo la deci­sione della regione Puglia di non rim­bor­sare più le pre­sta­zioni di Pro­crea­zione Medi­cal­mente Assi­stita sia omo­loga che ete­ro­loga ai pro­pri cit­ta­dini diretti verso altre regioni ita­liane, anche Cala­bria, Sici­lia, Cam­pa­nia hanno deciso di acco­darsi. Ancora incerta la situa­zione alla Regione Lazio.

Salta così uno dei pila­stri del sistema sani­ta­rio pub­blico: la garan­zia per i cit­ta­dini ita­liani di poter acce­dere in con­di­zioni di parità alla pre­sta­zione sani­ta­ria su tutto il ter­ri­to­rio nazio­nale a prescindere dalla regione di provenienza.

A farne le spese tutte quelle cop­pie del Sud che nell’impossibilità di rice­vere una pre­sta­zione di fecon­da­zione assi­stita per man­canza di cen­tri pub­blici o pri­vati con­ven­zio­nati in grado di effet­tuarla, ovvero per gravi dif­fi­coltà o inter­mi­na­bili liste di attesa nella pro­pria regione, pote­vano recarsi in altre regioni per usu­fruire della pre­sta­zione. La mobi­lità tra Nord e sud del paese, per que­sto tipo di pre­sta­zioni, arriva fino a punte del 90% in Calabria.

Alcune regioni (Toscana, Emi­lia, Veneto) hanno inse­rito la Pma nei livelli essen­ziali di assi­stenza (Lea) regio­nali con la con­se­guenza di far pagare solo un tic­ket per la pre­sta­zioni. La mag­gior parte delle Regioni pur non avendo inse­rito que­sti trat­ta­menti nei Lea regio­nali rim­bor­sa­vano la pre­sta­zione alla regione in cui i pro­pri cit­ta­dini si reca­vano uti­liz­zando anche le somme pre­di­spo­ste in virtù di legge 40/04.

Infatti in forza delle sen­tenze della Corte Costi­tu­zio­nale della Corte Euro­pea dei diritti dell’Uomo che hanno pro­fon­da­mente modi­fi­cato la legge 40/04, l’impossibilità ad avere una gra­vi­danza a ter­mine per la cop­pia è stata con­si­de­rata pato­lo­gia che limi­tando un diritto fon­da­men­tale quale è quello alla geni­to­ria­lità e a costi­tuire per que­sta via una fami­glia, costi­tui­scono un aspetto essen­ziale di tutela del diritto alla salute di cui il ser­vi­zio sani­ta­rio pub­blico non può non farsi carico.

Il mini­stro della salute Loren­zin ha dato per acqui­sito l’inserimento delle pre­sta­zioni di Pma (sia omo­loga che ete­ro­loga) nei Livelli Essen­ziali di Assi­stenza nazio­nali fermi al 2001, ma l’approvazione dei Lea da parte della Con­fe­renza delle regioni non è ancora avve­nuta e quindi nei Lea in vigore non c’è trac­cia della Pma. Mol­te­plici i pro­blemi anche da un punto di vista legale che si pongono. Innazitutto, nell’immediato, la que­stione inve­ste le pre­sta­zioni in corso. Infatti, per que­stioni ele­men­tari di affi­da­mento non­chè di tutela della salute chi ha già ini­ziato il per­corso tera­peu­tico, con esami e assun­zioni di medi­ci­nali, non potrà inter­rom­perlo. In tal senso sono già state inviate dif­fide ai cen­tri pub­blici e pri­vati di Pma che, alla luce delle deci­sioni regio­nali, inten­de­vano sospen­dere le prestazioni.

Più in gene­rale, si pone il pro­blema di una macro­sco­pica lesione del diritto di ugua­glianza tra tutti i cit­ta­dini rispetto alla mede­sima pre­sta­zione sani­ta­ria, con grave pena­liz­za­zione tra nord e sud e tra regione e regione. In pra­tica le cop­pie toscane potranno acce­dere alla pre­sta­zione di Pma (omo­loga ed ete­ro­loga) pagando un tic­ket di 500 euro, quelle cala­bresi, cam­pane, pugliesi dovranno pagare di tasca pro­pria la pre­sta­zione (da 4000 euro in su oltre alle spese di viag­gio e soggiorno).

Decine le richie­ste giunte all’Associazione Luca Coscioni e alle varie asso­cia­zioni di tutela dei pazienti per rice­vere assi­stenza legale per la pre­di­spo­si­zione delle dif­fide e di pos­si­bili ricorsi. In con­si­de­ra­zione delle carat­te­ri­sti­che comuni delle domande e dei pos­si­bili per­corsi giu­di­ziali, è allo stu­dio la rea­liz­za­zione di una «class action» che possa unire le cen­ti­naia di cop­pie che subi­ranno un gra­vis­simo danno da que­sti provvedimenti.