Un progetto per le staminali

di Aldo Bernacchi
MILANO • Fu la segretaria personale di Enrico Cuccia per più di trent’anni. Chi conobbe Giancarla Vollaro,ricorda la sua innata discrezione — una virtù di rigore nella Mediobanca di Cuccia la fedeltà totale al suo molo, tanto che nell’autunno del ’68, con Milano paralizzata dagli scioperi, la Vollaro scelse di passare anche le notti in banca nel timore di non poter raggiungere il suo ufficio di via Filodrammatici all’indomani mattina.

Poi si scopri malata di un tumore che la portò alla morte il 22 ottobre 1994. Prima dell’addio conferì il suo patrimonio a una Fondazione per la ricerca sul cancro cui hanno contribuito fondi amici e ammiratori.
In particolare nel ’97 la Fondazione beneficiò di un importante lascito da parte di una professoressa del
liceo Manzoni, quasi centenaria, Maria De Lama che aveva conosciuto e stretto un’amicizia con la Vollaro nei suoi ultimi anni di vita dopo aver insegnato a tre generazioni. Nel corso dei primi dieci anni la Fondazione Vollaro ha potuto finanziare borse di studio su base annuale o biennale per giovani ricercatori italiani e europei che hanno così potuto lavorare presso i laboratori dell’istituto europeo di oncologia.

Grazie a una più ampia serie di donatori la Fondazione ha oggi deciso di lanciare un programma decennale con un percorso ed una meta precisa: trovare nuove metodologie di trattamento del cancro, in particolare precisare i caratteri biologici e molecolari delle cellule staminali alterate dei tumori per identificare nuovi farmaci capaci di colpirle selettivamente. La sfida è stata raccolta dall’istituto europeo di oncologia che ha steso un progetto: la Fondazione Vollaro l’ha approvato dichiarandosi disponibile a un finanziamento di centomila euro per ciascuno dei prossimi dieci anni per finanziare l’équipe che coordinerà il progetto di ricerca. Ed è proprio l’impegno decennale a rendere unica l’iniziativa della Fondazione Vollaro rispetto ad altri enti coinvolti nella ricerca oncologica, perché permette di affrontare piani di ricerca di valore strategico i cui tempi di esecuzione sono obbligatoriamente lunghi e di reclutare scienziati di alto profilo che difficilmente potrebbero essere attratti da contratti annuali o triennali.

Al bando di reclutamento pubblicato su Science e Nature hanno risposto 150 candidati provenienti da tutto il mondo.Selezione difficile, il comitato scientifico composto dai professori Giuseppe Della Porta, Aron Goldhirsch e Silvio Garattini ha in questi giorni assegnato l’incarico come ricercatore senior a Salvatore Pece, classe 1963, una lunga esperienza nel campo,
maturata anche a Bethesda negli Usa. Tra i giovani ricercatori la scelta è caduta su Andrea Viale e Costanza Savino, entrambi trentunenni, il primo laureato in medicina, la seconda con alle spalle lavori in laboratori Usa e presso l’istituto Mario Negri. Tra i benefattori che hanno permesso alla Fondazione di rafforzare l’alleanza scientifica con l’leo di Milano ci sono società come Mediobanca, Italmobiliare, Iflì, Pirelli & C. e Generali; fondazioni come la Bellingeri-Gualdi; famiglie come Cerutti e Lucchini; privati come Roberto Bertazzoni,Marcellino Gavio. Antonino Ligresti, Cici Locatelli, Antonio Maccanico,Carmela Magnani, Pietro Marzotto, Massimo Ponzellini e Sergio Serapioni.