Un Papa che preoccupa. Soprattutto la Chiesa

Curzio Maltese

PapaL’espressione «i soliti quattro gatti all’Angelus», che è costata l`incarico al vaticanista del Tg3, non sarà stata rispettosa. Ma che questo Papa stia battendo ogni record d`impopolarità non è un segreto. Nessuno o quasi ne parla sui media laici, visto che si rischia il posto. Paradossalmente, se ne discute dentro la Chiesa, per esempio sulle riviste dei gesuiti.

Si sapeva che il successore del grande attore polacco, chiunque fosse stato, avrebbe avuto difficoltà a riscuotere lo stesso consenso. Ma il crollo ottenuto da Benedetto XVI era previsto da pochi. Per venticinque anni Wojtyla e Ratzinger avevano detto le stesse cose. Come si spiega l`abisso di popolarità che li separa? È un caso esemplare di come nella società dello spettacolo, più delle idee, contino le immagini, i toni, i gesti simbolici e i sentimenti comunicati al pubblico. Giovanni Paolo II appariva umano, perfino nella sua rigidità sulla questione sessuale, attento alle ragioni di chi stava fuori dalla Chiesa. Benedetto XVI sembra voler sfidare la società laica, al limite della provocazione. La crociata contro il preservativo lanciata proprio nel cuore dell’Africa malata di Aids, la negazione della sepoltura a Welby;

la crocifissione pubblica della famiglia Englaro, la scomunica della bambina brasiliana di nove anni e trenta chili che si è rifiutata di partorire i due gemelli frutto della violenza subita dal patrigno. Questi gesti non spostano la dottrina, ma la fanatizzano e sembrano voler colpevolizzare il naturale sentimento di pietà di molti cattolici. Per contro, il Papa ha esibito una comprensione francamente difficile da condividere nei confronti di alcuni personaggi, come i lefebvriani, fieri antisemiti.

Chi oggi nega l`Olocausto, dopo che la storiografia ha dimostrato la cialtroneria delle tesi negazioniste, può essere solo definito un neonazista. Un Papa che rivendica ogni giorno la superiorità morale della sua fede, e poi scomunica vittime innocenti, non è destinato ad attrarre consensi. Perfino dentro la Chiesa, soprattutto quella italiana, dove dal primo vescovo all`ultimo prete di periferia si discute sulla timidezza con cui il Vaticano replica alle leggi razziali proposte dal governo. In un`associazione meno anomala, qualcuno chiederebbe le dimissioni. Ma, per quanto diversa, la Chiesa vive in questa società, qui e oggi, e deve garantirsi la sopravvivenza. Quindi, per quanto potrà sopportare il croll di consensi di questo Papato?