Tutti obiettori in un ospedale su 6; per i sostituti 300mila euro l’anno

Repubblica Milano
Al. Cor.

IL RECORD è quello del presi-dio di Treviglio: qui sono obiettori di coscienza 14 ginecologi e 22 anestesisti. Il 100 per cento dei medici. Ma ci sono anche i casi di Montichiari, in provincia di Brescia, di Cuggiono, presidio dell’ospedale di Legnano, di Iseo, che dipende dall’ospedale di Chiari, di Sondalo e di Chiavenna, distaccati dell’ospedale della Valtellina eValchiavenna: in tutti, le interruzioni volontarie di gravidanza sono pari a zero. Sono i dati raccolti dal Pd sull’obiezione di coscienza e l’applicazione della legge 194 in Lombardia. Una fotografia che racconta come il 67,8 per cento dei ginecologi lombardi nel 2013 sia obiettore di coscienza. E che mette in evidenza come in 11 presidi su 63, uno su sei, il tasso di obiezione sia al 100 per cento. «La 194 — dice la democratica Sara Consiglio regionale — prevede che in tutti i presidi si debba dare alla donna la possibilità di interrompere la gravidanza: stando così le cose, in Lombardia le legge è disattesa». Secondo i dati raccolti dal Pd, sette ginecologi lombardi su dieci sono obiettori di coscienza; uno su due tra gli anestesisti. Per infermieri e paramedici il tasso si ferma invece al 38,9 per cento. «II problema—sottolinea Carlo Borghetti, capogruppo democratico in commissione Sanità — non è l’obiezione di coscienza in sé, quanto l’applicazione della 194. Che, in quanto le : e, al di là delle convinzioni personali deve essere rispettata». E senza costi aggiuntivi per le strutture: perché se i medici regolarmente assunti rifiutano di praticare l’aborto, allora l’ospedale deve ricorrere ai medici “gettonisti”, pagati a prestazione. Una spesa che, annualmente, pesa sulle casse regionali per 305mila euro. «A questo punto — attacca Valmaggi — ci chiediamo se l’obiezione di coscienza non sia soprattutto una strada che consente ai medici di fare carriera. Si deve riequilibrare la situazione, rivedendo il modo con cui i non obiettori vengono reclutati». Replica il capogruppo Pdl, Mauro Parolini: «La Lombardia è una delle regioni che più rispetta e applica la 194 (la media nazionale dell’obiezione è al 69 per cento, ndr): non vorremmo che questa proposta di riequilibrio si trasformasse in una discriminazione nei confronti dei medici obiettori».