Troppo poco informati per votare il referendum

Opinione di Girolano Grillo Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia Ripetute volte mi è stata rivolta la domanda:perchè mai, già prima che la Conferenza Episcopale Italiana si esprimesse al riguardo,ella, con risolutezza, aveva dichiarato all’opinione pubblica che non sarebbe stato opportuno accettare lo scontro referendario e tanto meno andare a votare sulla questione della fecondazione artificiale? Non è difficile rispondere. Quanti sono gli italiani bene informati su di una questione così delicata e complessa come questa della fecondazione omologa, eterologa e dei tanti risvolti di natura sociale. antropologica,psicologica. Che essa comporta? Probabilmente neppure tutti gli stessi radicali che hanno proposto il referendum avranno approfondito bene la cosa. Con questo non si vuol dire che non ci siano persone competenti sia nel loro campo che tra i vari scienziati che si occupano della materia. Solitamente però, anche scienziati e studiosi sono veramente seri quando limitano la loro ricerca ad un ben delimitato settore dello scibile umano, pur non escludendo altre branche della conoscenza. Così come non sembra possa essere di alcuno scandalo l’affermazione che neppure gli ecclesiastici conoscano tutti a fondo la bioetica,la quale abbraccia una vasta area scientifica.oltre che morale. Che dire poi della quasi totalità della popolazione italiana,cattolici o meno? Da chi e come sono stati informati su tale argomento? Mi si potrà dire dai ali radio e da1televisione? Ma non scherziamo! E risaputo, infatti, che quanti leggono i giornali Sono una minima parte dei cittadini, i quali, quasit utti, si limitano ai titoli degli articoli. Non resterebbe che la radio e la televisione. Davvero? Ma non è forse più che dimostrata la capacità di pIagio mentale di questi strumenti della comunicazione sociale? Per porre rimedio a tale situazione, forse,non basterebbero neppure un paio di anni, con dibattiti alla pari, per cercare di rendere e dotti i cittadini sulle pieghe più nascoste del problema in oggetto. Sembra alquanto ingenua,pertanto, a situazione di autorevoli personalità che finora hanno sostenuto la necessità morale di andare a Votare, pensando che tutti gli italiani siano preparati in materia Come loro. Non resta, dunque,che una scelta: o rimandare di almeno un paio di anni il referendum,alle condizioni precedentemente esposte, o non andare a votare come forte obbligo di coscienza. Si tratta, tutto considerato,di un’argomentazione logicamente ineccepibile,anche se di certo non condivisibile da quanti, per pregiudizio anticlericale(come se fosse una questione di chiesa) o per alvi pregiudizi sono legati mani e piedi da una increbile irrazionalità dogmatica. A questo punto, pentano,non resta altro che invocare una maggiore riflessione da parte di tutti a non intraprendere ma inconsulta battaglia che, forse, potrebbe lasciare sul campo non pochi forti e feriti.