Tra il calcio e la Sla nessuna relazione

borgonovoIl dolore, la paura. E ora la speranza. La chiamano morbo di Lou Gehrig, o Sla, o sclerosi laterale amiotrofica. Stefano Borgonovo, uno che di gol ne ha segnati tanti e ora vuole realizzare quello più importante, non ha invece paura di ribattezzarla «la stronza». E la malattia che lenta immobilizza i corpi di calciatori e non solo, e poi rapidissima se li porta via. A sette anni dalla morte choc di Gianluca Signorini, capitano simbolo del Genoa, la commissione medica istituita dalla Federcalcio annuncia uno studio scientifico che per la prima volta individua il meccanismo di nascita del male.

E il calcio, da anni impegnato a capire da dove provenga quel nemico invisibile e a combattere l’idea di un legame diretto con l’ombra del doping, spera. «Con lo studio che abbiamo fatto in questi otto mesi di lavoro, siamo riusciti a trovare il meccanismo che provoca la Sla. È la prima volta che si riesce a dimostrare da dove arriva il danno cellulare nella malattia». Il professor, Mario Sabatelli, neurologo del Policlinico Gemelli di Roma e membro della commissione scientifica della Figc sulla Sla, ha così spiegato oggi i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani. «Siamo riusciti a trovare un modello reale – ha aggiunto Sabatelli – di interazione tra fattori genetici predisponenti ed ambiente nella Sla. I recettori dell’acetilcolina possono essere infatti bersaglio di numerose sostanze ambientali, come nicotina, pesticidi e tossine batteriche, già considerati in passato fattori di rischio». Secondo il neurologo del Gemelli, adesso si aprono prospettive terapeutiche su basi razionali, «essendo stato individuato uno dei meccanismi che provocano la malattia. Individuare la terapia più efficacce richiederà un ulteriore impulso alla ricerca, attraverso i necessari finanziamenti». Nessuna relazione diretta tra calcio e Sla, dunque, anche se non si può escludere ancora che l’abuso di farmaci, in particolare gli anti-infiammatori di per sé non dannosi, possa essere un fattori scatenante della malattia.

Anche attori e politici vittime del male che blocca il corpo
La sclerosi laterale amiotrofica, chiamata SLA, o anche morho di Lou Gehrig, (dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia), malattia di Charcot è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce i cosiddetti neuroni di moto (motoneuroni), sia centrali, sia periferici, a livello del tronco encefalico e del midollo spinale. Fu descritta per la prima volta nel 1860 dal neurologo francese Jean-Martin Charcot. Da Gianluca Signorini ad Adriano Lombardi, ma non c’è solo calcio nel novero di personaggi famosi colpiti dalla Sla. Sono stati falciati dalla malattia Luca Coscioni, esponente politico dei Radicali, l’attore inglese David Niven e jimmy Johnstone, nazionale di calcio della Scozia. Diverse le fondazioni che si occupano della ricerca, tra le quali quella di Stefano Borgonovo, ex giocatore tra l’altro di Milan, Fiorentina. Di Sla si è occupato anche il procuratore torinese Raffaele Guariniello: dal 2004 al 2008 ha accertato che nel mondo del calcio ci sono stati ben 43 casi di SLA su 30.000 calciatori presi in esame.