Testamento biologico a Venezia

La I Commissione è convocata per domattina alle 11 a Ca’ Farsetti con l’audizione del presidente del collegio Ipasvi di Venezia e la discussione della proposta di delibera per l’istituzione del registro comunale dei testamenti biologici nel Comune di Venezia con l’approvazione del regolamento comunale.

Tema all’ordine del giorno del consiglio comunale veneziano dal luglio 2012 e sostenuto da migliaia di firme di cittadini. A Venezia il dibattito sulla proposta di legge sull’eutanasia legale, scatenato dal video choc di Piera Franchini, molto conosciuta in terraferma, ex consigliera di quartiere e dirigente di Rifondazione comunista, si intreccia con la lunga discussione sul testamento biologico e la sua applicazione con un registro gestito dal Comune andando oltre la prima esperienza pilota del comune di Marcon.

Dopo l’audizione di domani si capirà quando il regolamento andrà al voto del consiglio per diventare operativo. Tra i promotori Beppe Caccia di “In Comune” e Sebastiano Bonzio di Rc ricordano che la discussione è stata lunghissima, con tante audizioni, ma ha portato il dibattito tra partiti ad un alto livello di informazione e conoscenza, da tutti lodato. Ma c’è chi non ha affatto cambiato la propria idea contraria. Contro il testamento biologico e l’eutanasia si schiera l’Udc veneziano.

«Il diritto alla vita va tutelato mentre il suicidio assistito è molto lontano da noi. Sul testamento biologico siamo fermamente contrari ad una azione che è solo di principio politico. Se ci fosse una normativa nazionale, valida per tutti, ne discuteremmo ma su una iniziativa che rischia di rivelarsi inutile, non siamo d’accordo», tuona Simone Venturini. Il video che racconta la scelta di Piera, continua il responsabile Pd per la Sanità provinciale, Gabriele Scaramuzza «deve servire da sprone al nuovo parlamento per adottare una volta per tutte una normativa sul tema del fine vita, del testamento biologico e dell’accompagnamento. Continuiamo a credere che quello dell’accompagnamento (e non quello l’eutanasia), sia il vero diritto civile per il malato terminale e la sua famiglia.

La politica renda possibile l’alleanza terapeutica tra l’autodeterminazione della persona malata e chi lo ha in cura». Il deputato Michele Mognato, segretario provinciale, ammette, però, che la posizione del partito lascia piena libertà di pensiero agli iscritti e che la «politica dovrebbe stare fuori dalle stanze dei malati». Libertà. La annuncia anche il Pdl veneziano, che come spiega il coordinatore Alessandro Danesin, convocherà una riunione del gruppo comunale, forse dopo domani.

Intanto ieri in piazza Ferretto e a Marghera sono state raccolte altre firme (ne parliamo nella cronaca locale di Mestre, ndr) e il video di Piera Franchini smuove coscienze, fa parlare e provoca tanti silenzi di riflessione. Ai banchetti vanno i cittadini convinti di «difendere la libera scelta di decidere come sarà il mio fine vita», come ci racconta una signora. Altri guardano da lontano, scuotono la testa ma non commentano. E in redazione arrivano anche le telefonate di chi ha visto il video e si interroga. E non tutti sono d’accordo con la scelta di Piera Franchini: «Quella storia mi ha molto colpito, vorrei solo dire che bisogna però anche avere speranza. Nel 2008 mi hanno diagnosticato un carcinoma papillare e i medici mi diedero sei mesi di vita. Sono passati cinque anni e sto bene», racconta il regista padovano Massimo Emilio Gobbi.