Testamento biologico, testamento conteso

Chiara Martina

 A poche ora dall’approvazione in Senato del disegno di legge, un punto sull’istituzione del registro dei testamenti biologici in Comune e Provincia.

Mentre in Senato è stato approvato il disegno di legge sul testamento biologico, abbiamo cercato di capire quello che è accaduto nell’ultimo mese a livello locale. 

Non tutti sono al corrente, infatti, che a Pisa, caso unico in tutta Italia, sia il Consiglio Comunale e poi il Consiglio Provinciale hanno approvato un ordine del giorno che porterà all’istituzione di un registro per i testamenti biologici.

Il 3 marzo scorso è stato approvato un ordine del giorno presentato da Pd e Sinistra arcobaleno, che impegna il Sindaco e il Presidente del consiglio a istituire presso il Comune un apposito registro per raccogliere, autenticare e conservare le dichiarazione dei cittadini in merito al proprio "Testamento Biologico", secondo il modello diffuso dalla Fondazione Veronesi. Attraverso il modello sarà possibile dichiarare quale terapie accettare o meno in caso di incapacità, e nominare un fiduciario al quale affidare l’esecuzione della propria volontà. Anche il Consiglio provinciale si è espresso sull’argomento: una mozione presentata da Pd, Rifondazione e Verdi è stata approvata con i voti contrari di Forza Italia, An e Udc, in cui si invita il Presidente e la Giunta a trovare le modalità opportune per costituire presso la sede della Provincia un registro ufficiale, utilizzabile da tutte quelle persone che intendano fare ricorso al testamento biologico. Al momento si sta costituendo una commissione composta da rappresentanti delle asl e della società della salute, nonché da giuristi e docenti universitari, che avrà il compito di indicare le modalità in cui la delibera del Consiglio Provinciale e del Consiglio Comunale potrà trovare applicazione. Una volta che saranno affrontati gli aspetti giuridici e legati al rispetto della privacy, potranno essere fornite indicazioni operative per l’istituzione del registro.
Entrambi i testi approvati fanno ampio riferimento nella loro parte iniziale, alla ratifica da parte del parlamento italiano della Convenzione di Oviedo sui diritti dell’Uomo e la Biomedicina, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e articoli del codice di deontologia medica della FNOMCEO, nonché al rispetto dell’articolo 32 della Costituzione. In tale articolo si afferma che "nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, la quale non può in nessun caso violare i limiti disposti dal rispetto della persona umana e della sua dignità".
All’approvazione di questi testi si è arrivati dopo mesi in cui, anche a livello locale, il dibattito su questa tematica è stato intenso. Un nutrito gruppo di associazioni (l’Associazione Radicale Libera Pisa, la Cellula di Pisa dell’Associazione Luca Coscioni, la Casa della Donna, l’Arcigay Pride!, l’AIED, l’UAAR, solo per citarne alcune) aveva promosso una raccolta di firme per l’istituzione del testamento biologico a Pisa e in difesa della Costituzione e della laicità dello Stato, e organizzato sit-in "Per Eluana e lo Stato di Diritto". Una serie di iniziative riunite da uno stesso titolo "Il tuo testamento biologico prima che ti impongano il loro" che ha accompagnato e promosso la scelta di portare le mozioni in consiglio comunale e provinciale e la loro approvazione.
Chiediamo a Luigi Branchitta, consigliere del Pd al Comune di Pisa e firmatario dell’ordine del giorno approvato in Comune, se il disegno di legge sul testamento biologico in discussione al senato rischia di annullare esperienze locali come queste:
"Se il disegno di legge verrà approvato in questi termini purtroppo questo sarà possibile. Il nostro rimane comunque uno strumento politico di pressione. La legge andrà alla camera e noi lavoreremo fino alla fine affinché non passi, anche se i numeri della maggioranza lasciano credere il contrario. Il registro dei testamenti biologici rimarrà comunque uno strumento politico e di bandiera contro una legge che noi consideriamo iniqua, dannosa, anticostituzionale, che lede la libertà e la dignità degli individui".