Testamento biologico, la grande rissa

Gil. F.

Testamento biologicoRoma – Spacca gli schieramenti politici a destra e a sinistra il disegno di legge sul testamento biologico in discussione al Senato. La materia è delicata dal punto di vista del consenso e il provvedimento rischia di arrivare a essere approvato a primavera inoltrata, a ridosso delle elezioni amministrative ed europee.

Ieri il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo (Pdl) si è spinto ad affermare sul suo blog che sul testamento biologico «legiferare è un errore». Tondo fa riferimento per i casi di fine vita alla «zona grigia» citata in un editoriale di Angelo Panebianco, ed elenca i fattori a suo avviso determinanti in decisioni così delicate: «L’attenzione della persona che ti ha amato, il confronto con il tuo medico, la spiritualità di chi è vicino e ancora la diversità di ogni singolo caso». «Nei due anni – aggiunge il friulano – in cui sono stato in Parlamento una sola volta ho votato per disciplina di partito contro i miei convincimenti, ed è stato sull’indulto. Se orami trovassi di nuovo a Montecitorio – conclude fermo – penso che non voterei nessuna legge sul testamento biologico». Ma per un esponente del Pdl che si schiera apertamente contro la legge, un senatore dello stesso partito ne sottolinea «l’urgente» necessità. «Si interviene inopportunamente a difesa dei padre della povera Eluana – osserva Michele Scandroglio – Beppino Englaro ha utilizzato tutte le opzioni legali per raggiungere il suo scopo: togliere alimentazione e idratazione alla propria figlia e dunque lasciarla morire. Ora – chiude il senatore – deve accettare che la legge si occupi di lui e delle sue azioni». A differenza di Tondo, Scandroglio richiama con «urgenza un intervento del Parlamento» in materia.

Quella del senatore ligure suona come una risposta al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che ieri ha definito quanto accade «poco civile e poco cristiano», spiegando che vorrebbe, «vivere in un Paese in cui non scoppiassero più guerre tra Guelfi e Ghibellini sul valore della vita e non avvenissero più episodi come quello di una procura costretta ad aprire un’inchiesta che coinvolge il padre di Eluana». Bondi ha rilasciato dichiarazioni al Corriere della Sera e allo stesso quotidiano si riferisce il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, affermando che «l’articolo sulle ultime notti di Eluana Englaro spiega molte cose. È angosciante avere conferma da questa lettura dei drammatici dubbi su quanto avvenne in quelle ore. Ora – aggiunge Gasparri – si comprende ancora di più come e perché precipitarono gli eventi». A rivendicare la necessità di una legge sui testamento biologico è anche Italia Bocchino, vicepresidente vicario del Pdl alla Camera. E Francesco Cossiga, presidente emerito della Repubblica avverte che il ddl della maggioranza sul testamento biologico non va bene «perché divide i cattolici». Per Cossiga non se ne farà nulla «perché ci sono troppe divisioni sia nella maggioranza, sia nell’opposizione». E poi «sarebbe meglio che il Parlamento non si occupasse del fine vita», anche se «un intervento dopo le invadenze di campo della giurisdizione nella legislazione si rendeva necessario». A sinistra il parlamentare dei Pd, teodem, Enzo Carra, l’altro giorno ha affermato che «può darsi che su Eluana ci sia stata una violenza e bisogna fare chiarezza». Posizione che si aggiunge ad altre teodem che spinge il segretario Dario Franceschini ad affrettarsi a spiegare che «sui testamento biologico il Pd sta costruendo una posizione prevalente». «Sul 95% dei temi su cui abbiamo lavorato in questi anni abbiamo raggiunto posizioni comuni. – dice Franceschini – Altri etici sono più difficili anche perché sono più nuovi».

Questo però secondo Franceschini «non vuoi dire che non ci sarà o che non c’è una posizione dei Pd anche su questi argomenti ma bisogna rispettare le diversità. Nell’Ulivo erano accettate ora si vivono come scontro». È un no alla «costruzione di una barriera con cattolici da un parte e laici dall’altra». Davanti alla platea dei congresso Radicale, ieri Emma Bonino ha preso le distanze dalla «terza via» proposta in commissione Sanità da Francesco Rutelli. Rutelli non può proporsi come il «sapientino moderato» sui tema del testamento biologico, dice Bonino. «Dispiace che i mass media abbiano personalizzato la polemica tra me e Dorina Bianchi – aggiunge. La vera differenza tra me e Bianchi è che il mio laicismo etico non vuole imporre niente a nessuno mentre la Chiesa pretende di imporre le sue regole morali per tutti».