Testamento biologico i partiti cercano l’accordo

Venezia

Chi sperava fosse la volta buona, deve attendere ancora. Ci vorrà un’altra riunione di commissione, la prima, a Ca’ Farsetti per licenziare il testo del regolamento del registro del testamento biologico. Riunione, dicono dai partiti, che si terrà sempre questa settimana con l’obiettivo di arrivare prestissimo al voto in Consiglio comunale. Un rinvio che significa che tra i partiti si media per un testo di regolamentazione che metta d’accordo tutti su un tema che chiama in causa direttamente l’etica e che arriva alle battute finali mentre a livello nazionale divampa la polemica sulla proposta di legge per l’eutanasia legale, promossa anche con una campagna video che ha visto come protagonista la mestrina Piera Franchini, che ha raccontato le sue ultime ore prima dell’ingresso nella clinica svizzera, nel novembre del 2012, dove le è stato praticato il suicidio assistito. E così a Ca’ Farsetti si media anche se i giochi sono evidenti.

L’Udc, seppur con qualche distinguo, resta contrario. E il Partito Democratico chiede certezze per tranquillizzare l’ala cattolica interna. La sinistra che appoggia Orsoni con Beppe Caccia e Sebastiano Bonzio, promotori con altri della proposta, allora concedono spazio alla mediazione: via libera alla richiesta del Pd Gianluca Trabucco di allegare alla delibera la convenzione con gli ordini professionali. E ok ad un cambio di nome del registro che sarà il registro delle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento con la postilla “meglio conosciuto come testamento biologico”. Alchimie lessicali per un problema di sostanza, «la più ampia coesione del consiglio su questa iniziativa», si augura Trabucco.

Ogni polemica interna è rinviata, si lavora per l’accordo finale che prevede che il registro sia in capo al Comune e non agli ordini professionali e che si lavori per una applicazione che valga per i comuni della futura città metropolitana. Prevista una discussione questa settimana anche in maggioranza, col sindaco. «Speriamo di chiudere davvero e poi arrivare in consiglio», si augura Caccia.

La dichiarazione Dat è quella che consente di esprimere la volontà da parte di una persona in merito alle terapie che intende o non intende accettare in caso non possa esprimerle direttamente. Ad attendere il responso della commissione sono i quasi 2.900 cittadini che hanno firmato per il registro, già applicato a Marcon e Camponogara.