Testamento biologico a Genova si deposita negli uffici dell’anagrafe

Alessandra Pieracci

«E’ il singolo cittadino che deve  decidere sul suo fine vita»:  applicando questo principio laico  Marta Vincenzi, sindaco della  città del presidente della Cei,  cardinale Angelo Bagnasco, ha  istituito nell’anagrafe un apposito  Registro dei testamenti  biologici, in attesa della legge  nazionale.

L’ufficio sarà aperto  al pubblico entro la fine di novembre, ogni giorno, compresa  la domenica mattina, per consentire  a tutti, e a quanto pare  le richieste sarebbero già numerose,  di depositare -con un  atto notarile a costo zero (solo  l’imposta di bollo da 16 euro) le  proprie volontà sui trattamenti  medici e sanitari a cui essere  sottoposti o meno. «Io stessa  depositerò il mio testamento  biologico – annuncia la sindaco,  che intende promuovere Genova  come città dei diritti -, ma lo  farà tutta la mia famiglia».  Il testamento, redatto in  piena libertà di forma e contenuti,  senza alcuna modulistica  precostituira, dovrà essere  consegnato in busta chiusa e sigillata  dall’estensore, accompagnato  da due fiduciari, con un   documento di identità. L’ufficio  farà quindi sottoscrivere una  dichiarazione in cui si darà atto  della consegna del testamento e  della nomina del fiduciario, cioè  della persona che potrà ritirare  la busta. L’operazione verrà registrata  informaticamente. La delibera  della giunta ha un valore politico,  anche se l’assessore all’anagrafe,  Paolo Veardo, esponente  dell’area cattolica, ha ribadito  di essere un sostenitore della  vita. «Noi attiviamo soltanto  una procedura nell’ambito delle  nostre competenze – tiene a precisare  – come prevede la legge, e  soprattutto la Costituzione». Il  riferimento è agli articoli 13, «La  libertà personale è inviolabile», e  32, «La legge non può in nessun  caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».  L’iniziativa ha già ricevuto il  plauso della vedova Welby, dei  radicali e dell’Associazione Coscioni.  «Nel momento in cui appare  evidente che quella in discussione  è una legge contro il  testamento biologico – dice Alessandro  Rosasco, della segreteria  nazionale dei radicali – Genova  compie un gesto che diventa  l’unica opposizione dal ddl Calabrò».  «Andrò a depositare il mio  testamento» annuncia Bruno  La Piccirella, che due anni fa  riuscì a far accettare un testamento  all’ospedale di San Martino,  prima di un intervento chirurgico.  E in tema di diritti, ieri  il consiglio regionale della Liguria  ha varato la legge contro le  discriminazioni sessuali, rifacendosi  alle varie disposizioni  emanate dall’Unione Europea.   

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