Staminali, ultimo round

A. D’Arg.
Ci prova Carlo Casini, presidente del movimento per la vita e eurodeputato dell’ Udc, e con lui ci provano i colleghi del centrodestra con quelli della Margherita (tra cui Vittorio Prodi, il fratello del presidente del Consiglio italiano), i verdi tedeschi e molti rappresentanti dei nuovi paesi dell’ est. Tutti di diverso colore, ma tutti assieme per tentare di bloccare il finanziamento comunitario alla ricerca sulle cellule madri.

Oggi il parlamento europeo vota il via libera definitivo al VII Programma quadro di ricerca, una busta di 50 miliardi di euro per il settennato 2007-2013. Va detto che solo una piccolissima parte di questa cifra finisce a chi investiga le cellule staminali e solo dopo una procedimento di selezione quanto mai accurato. Ma anche questo è troppo per i paladini dell’embrione, che preferiscono il blocco totale dei finanziamenti comunitari, anche nei paesi – e sono 16, la maggioranza – in cui la ricerca è permessa per legge. Si vota intorno a mezzogiorno e probabilmente i tre emendamenti presentati da Casini, da Vittorio Prodi e Patrizia Toia della Margherita non passeranno. La maggioranza del parlamento dovrebbe infatti ribadire il suo si alla ricerca sugli embrioni, esattamente come avvenuto lo scorso 15 giugno in prima lettura, anche perché pure una buona fetta dei popolari – i britannici, gli spagnoli e i belgi – sono a favore di questo tipo di investigazioni.

«Uno dei tarli – spiega Giovanni Berlinguer dei Ds – è che si cerca di rimettere continuamente in discussione la decisione già presa dai governi, e approvata in prima lettura dal parlamento. Vogliono alterare l’equilibrio raggiunto». I tre emendamenti presentati mirano a rafforzare ulteriormente il regime di controllo, a instaurare una revisione dei campi di ricerca finanziabili e soprattutto ad inserire nel testo legislativo una dichiarazione della Commissione (attualmente appare come un allegato) che chiede la limitazione delle attività di ricerca che prevedono la distruzione di embrioni, «anche se ciò avviene per la produzione di cellule staminali». Ma questo ennesimo tentativo del fronte cattolico (tinto anche di verde), serve a dimostrare come almeno su questo delicato terreno la creazione del Partito democratico appaia una lontana e schizofrenica chimera. Prodi e Toia si piazzano con Casini, Mario Mauro di Forza Italia e Patrizia Angelilli di An a difendere l’intoccabilità dell’embrione mentre la delegazione dei Ds sta dalla parte della ricerca.

E dire che era stato proprio il cambiamento di posizione del governo italiano, annunciato a fine maggio a Bruxelles dal ministro Mussi, a permettere l’approvazione tra i 25 del finanziamento di questo tipo di ricerche, seguendo il tortuoso sistema disegnato dalla Commissione. I soldi Ue possono essere dati per la ricerca sulle cellule staminali adulte ed embrionarie soprannumerarie (che comunque andrebbero distrutte), ma solo in quei paesi che lo permettono e dopo un procedimento di selezione assai complesso. Per approvare un progetto bisogna infatti dimostrare che la sperimentazione è necessaria a livello scientifico e che non ci sono altri mezzi per portarla avanti, poi interviene una doppia valutazione etica, europea e nazionale, infine ogni progetto deve passare di fronte al Comitato di regolamentazione. Qui il finanziamento viene approvato con un voto a maggioranza qualificata. Previsto invece il divieto per i progetti di donazione umana e di donazione terapeutica, una prativa peraltro permessa in Regno unito, Belgio, Svezia e Spagna. Divieto anche alla creazione di embrioni umani esclusivamente per la ricerca. Si tratta del sistema più rigido del pianeta, ma per qualcuno è troppo, meglio non fare ricerca.