“Staminali salva embrioni in Italia sarebbe vietato”

di Elena Dusi
Il chirurgo Marino: esperimento importante, ma da noi è proibito. «La scienza corre più veloce del parlamento. Non si può pensare di regolamentare ogni passo della ricerca con una legge, soprattutto ora che il ritmo delle scoperte e così accelerato».

Ignazio Marino, senatore dell’Ulivo, presidente della commissione igiene e sanità e chirurgo dei trapianti, sottolinea lo scarto fra le normative di molti paesi e la realtà dei laboratori dopo l’annuncio dell’esperimento americano sulle cellule staminali. Il biologo Robert Lanza – aveva riferito mercoledì la rivista Nature – è riuscito a ottenere una linea di cellule staminali senza compromettere il futuro sviluppo dell’embrione.

In Italia un esperimento simile sarebbe stato legale?

«No, da noi è vietato effettuare biopsie sugli embrioni, anche so lo per prelevare una cellula, analizzarla dal punto di vista genetico e verificare se il bambino nascerà sano. Negli Usa la legge si limita a vietare che esperimenti sulle staminali siano finanziati con soldi pubblici».

È ora di rivedere la nostra legge 40 sulla procreazione assistita?

«Non è nel programma di questo governo. Ma l’esperimento di Lanza è solo l’ultimo di una serie di studi sulle cellule staminali e sugli embrioni crioconservati, a dimostrazione che la scienza va avanti per la sua strada e una legislazione troppo rigida rischia solo di non starle al passo. A questo punto in Italia sarebbe opportuno avviare un dibattito e studiare norme flessibili, corredate di linee guida che possano essere rivisitate di volta in volta, a seconda di ciò che la sensibilità etica dei cittadini detta».

Dopo l’esperimento di Lanza molti dubbi etici relativi alle cellule staminali vengono meno.

«Molti, ma non tutti. Rimane il problema degli embrioni da cui le cellule staminali vengono estratte. Lanza li ha congelati di nuovo dopo l’esperimento, ma il loro futuro rimane un problema aperto. La questione non è appannaggio dei cattolici, ma coinvolge anche la parte laica del paese».

Robert Lanza lavora per un laboratorio privato. I suoi risultati sono meno affidabili per questo?

«Non direi, anzi è da apprezzare il fatto che i ricercatori abbiano deciso di donare le staminali ottenute dall’esperimento a una banca pubblica del Regno Unito. Piuttosto non va sottovalutato il fatto che una scienza sempre più tecnologica e sofisticata non fa che ampliare il divario fra poveri e benestanti. Chi potrà permettersi una cura con le cellule staminali? Non certo gli immigrati o i disoccupati. Questo è particolarmente aberrante negli Usa,un paese che ha mille basi militari all’estero e 48 milioni di cittadini senza assistenza sanitaria. Ma è un rischio che corrono tutti i paesi».

Gli embrioni usati da Lanza non sono stati usati per portate avanti una gravidanza. Come facciamo a essere sicuri che non siano stati compromessi dal prelievo di una cellula?

«Nella diagnosi pre-impianto, quando l’embrione viene ottenuto con fecondazione in vitro e si preleva una cellula per diagnosticare eventuali malattie, la gravidanza procede in maniera regolare praticamente sempre. Ma nel caso di embrioni crioconservati da mesi o addirittura anni non sappiamo cosa potrebbe succedere. Nessuno ha mai fatto la prova».