A due mesi dal trapianto i parametri biologici della donna sono stati definiti ottimi: la glicemia, ha spiegato Ricordi, si e’ normalizzata e stabilizzata. ”E’ la prima volta – ha detto Ricordi – che abbiamo ottenuto l’indipendenza dall’insulina dopo una singola infusione di cellule che producono insulina e due infusioni di cellule staminali purificate dal midollo osseo di uno stesso donatore”.
Il dottor Ricordi ha spiegato che l’intervento effettuato sulla donna e’ il primo di sei autorizzati dalla Food and Drug Administration.
”La nostra idea – ha aggiunto da Miami – e’ quella di purificare cellule staminali dal midollo osseo e far coesistere il sistema immunitario del donatore con quello del ricevente e far accettare meglio le cellule delle isole pancreatiche che normalmente producono insulina. Se questa strategia sara’ vincente – ha aggiunto – pensiamo di poter in futuro diminuire i farmaci immunoppressori. Quello effettuato fino ad ora e’ il primo trapianto combinato del genere – ha sottolineato – e l’obiettivo e’ di trasferire le tecniche dello studio nei centri italiani dove si effettuano trapianti di isole pancreatiche”.
”Da quando abbiamo effettuato il primo trapianto di isole pancreatiche nel 1990 – ha detto Ricordi – ci siamo concentrati sullo sviluppo di strategie per ridurre o eliminare nel tempo i farmaci antirigetto. E’ presto per dire se questo studio ci permettera’ di raggiungere questo obiettivo ma siamo davvero entusiasti di questo iniziale successo”.
Le procedure della ricerca condotta negli Stati Uniti richiedono l’uso di donatori multipli; quando un donatore e’ disponibile i medici prelevano anche il midollo osseo dal quale estraggono le cellule staminali.
I ricercatori sperano che con questa strategia combinata si possa creare il cosiddetto ‘chimerismo’, cioe’ una condizione nella quale le staminali del donatore potranno coesistere con il sistema immunitario del ricevente.
Il primo paziente trapiantato, una donna italiana, grazie all’innovativo ma ancora sperimentale intervento, non ha bisogno da due mesi di insulina mentre continua ad assumere farmaci antirigetto. Se i parametri rimarranno positivi, in futuro si valutera’ la possibile sospensione anche di questi medicinali.