Staminali, le cellule della speranza

di Laura Guglielmi
Festival della scienza. Il francese Peault «La medicina del futuro è quella rigenerativa» Uccelli «Passi avanti contro la sclerosi multipla»

Una sola basta a produrre tutta la pelle che ricopre il nostro corpo
Non siamo stati progettati per vivere a lungo, ma le cellule staminali possono aiutarci a vivere di più e meglio. Sono cellule originarie, da cui nascono tutte le altre cellule. A un certo punto della loro vita si specializzano e vanno a formare i diversi tessuti, se le si coglie in tempo sono molto duttili: in futuro potranno essere trapiantate per rigenerare organi e per guarirci da tante malattie croniche come la sclerosi multipla o il diabete. Un mondo affascinante quello delle cellule staminali come viene fuori dal documentario “A stem celI story”, proiettato ieri nella sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale davanti a un pubblico numeroso nel quale spiccavano moltissimi giovani. A seguire un dibattito, sulla medicina rigenerativa, a cui hanno partecipato i ricercatori Francesco Frassoni, direttore del Centro Cellule Staminali e Terapia Cellulare del San Martino di Genova, Antonio Uccelli, responsabile dell’Unità di Neuroimmunologia dell’Università di Genova e Bruno Peault, scienziato francese che lavora alla University of Pittsburgh School of Medicine.

La conferenza è stata introdotta da Giacomo De Ferrari, Preside della Facoltà di Medicina dell’università di Genova e da Alberto Marmont, primario emerito del San Martino. Un incontro a cui hanno partecipato tanti giovani. Cellule prodigiose le staminali se è vero che una sola è in grado di produrre tutta la pelle che ricopre il nostro corpo: in dieci giorni da una ne vengono fuori un milione. Ne produciamo per tutta la vita, anche quando siamo anziani. Quelle embrionali fonte di tanti dibattiti etici sono pluripotenti, non sono ancora specializzate, e in teoria possono rigenerare tutti i tessuti umani. Le cellule staminali multipotenti sono in grado di specializzarsi unicamente in alcuni tipi di cellule. Le cellule staminali unipotenti possono generare solamente un tipo di cellula specializzata. «La medicina del futuro è quella rigenerativa ha spiegato Peault Qualche anno fa si è scoperto che anche nell’adulto esistono cellule staminali non specializzate e pluripotenti come quelle dell’embrione. Una scoperta fondamentale».

Il tessuto adiposo contiene tante cellule staminali facili da prelevare, già usate per diverse terapie. Uccelli, invece, si è soffermato sui grandi p assi avanti fatti per curare la sclerosi multipla, che in Italia colpisce 50.000 persone, una patologia che si palesa tra i venti e i quarant’anni. E una degenerazione cronica dei neuroni tremo curare una quantità enorme di patologie». E poi parla dell’ Italia: «Abbiamo un problema di ricerca proibita» Frassoni affronta la polemica in modo originale: «lì vero problema non e quando comincia la vita, ma che ogni volta che un essere umano viene concepito, impedisce ad altri 49.999.999 possibili e irripetibili embrioni di esistere. Tante potenziali persone che non potranno mai nascere: «Ciascuno di noi è frutto di una selezione puramente casuale. Anche per quanto riguarda la fecondazione artificiale, la fertilizzazione in vitro, non siamo ancora in grado di scegliere, tutto è affidato al caso». Frassoni è preoccupato per i pochi fondi destinati alla ricerca nel nostro Paese: se continua così dovremmo rassegnarci ad applicare le scoperte degli altri, O a lasciarla nelle mani delle industrie farmaceutiche con evidenti pressioni economiche nei confronti del ricercatore.