Sperimentazione sugli animali la moratoria per una via alternativa

Corriere della sera
Giovanni Caprara

Potrebbe essere preso come un segnale incoraggiante il provvedimento che il Consiglio dei ministri ha approvato ieri per quanto riguarda lo spinoso tema della sperimentazione animale. In pratica, ha recepito quanto votato nel luglio scorso dal Senato (il quale aveva modificato la direttiva che l’Unione Europea chiedeva di adottare), introducendo, però, una moratoria di tre anni per alcuni temi al fine di esplorare la possibilità di trovare delle vie alternative.

Non è ancora ben chiaro quali siano i soggetti della moratoria, tuttavia si può dire che uno spiraglio si sia aperto nella discussione che finora ha visto soltanto posizioni contrapposte, lontane e dannose per tutti. È ovvio che nei confronti degli animali si debba manifestare un atteggiamento di rispetto e sono gli scienziati per primi a sostenere questa necessità di tutela. Oggi la ricerca ha facoltà una volta inimmaginabili e quindi adotta strumenti e tecniche nel rispetto di una sperimentazione accettabile. E i metodi attuali sono frutto di una discussione internazionale che ha esplorato tutte le possibilità e i limiti degli interventi.

All’Unione Europea sono occorsi vent’anni di confronti per redigere delle regole condivise e alla fine il risultato è stato raggiunto. In Italia la direttiva europea è stata modificata introducendo elementi più restrittivi che di fatto bloccano studi di base sulle malattie più tremende che minano la nostra salute, a cominciare dal cancro. Ma la scelta del governo con il rinvio di tre anni fino al 2017 ha una sua validità che va oltre i casi specifici perché apre finalmente la strada a una informazione che finora non c’è mai stata nel nostro Paese su un tema fondamentale per la salute.

«Un tempo utile per far conoscere il problema» commenta Marco Foiani, direttore del-l’Ifom, l’Istituto Firc di oncologia molecolare. Se non accadrà ci potranno essere interventi europei che complicheranno ancor di più la già difficile situazione della ricerca italiana. Ma l’opportunità da cogliere è quella di discutere per capire come migliorare con la ricerca la nostra salute e la nostra vita nel rispetto degli animali.