Si, esistono ancora figli di serie A e di serie B. Alla faccia dell’amore e della famiglia

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Filomena Gallo

Articolo di Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, su Left dove racconta quanto sia ancora difficile per una bambina nata da una coppia dello stesso sesso il riconoscimento legale di entrambi i genitori

«C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, e rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età; quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare». Se dovessi descrivere l’amore – parola inspiegabile, mistero dell’animo umano che si declina nei gesti, nelle parole e persino nei silenzi – mi affiderei a questi versi Alda Merini. L’amore è proprio quel luogo, quelle braccia, in cui il cuore non invecchia e continua a emozionarsi; dove la condivisione va oltre la dimensione fisica e diventa nel tempo sguardo sulla vita. Devono essere stati proprio questi sentimenti forti, questo sguardo comune sulla vita, a spingere la coppia di cui voglio parlarvi, dopo sei anni di convivenza stabile, a provare ad avere un figlio. Come migliaia e migliaia di altre famiglie. E come tante altre coppie hanno progettato un viaggio in Spagna, per ricorrere alla fecondazione assistita. E come tutti coloro che intraprendono questi “viaggi della speranza” del nostro tempo, sono rientrati in Italia carichi di emozione per l’attesa del test di gravidanza e della notizia più bella. Poi, dopo nove mesi, la gioia assoluta: nasce lei. Come ogni bambina frutto di una donazione di gamete, per le leggi italiane dovrebbe figlia legittima della coppia. Ma non lei.

Lei, nata da una coppia dello stesso sesso, per la legge italiana è figlia soltanto della mamma che l’ha partorita. E non importa che sia nata e cresca, come tanti altri bambini, in una famiglia che l’ha desiderata più di ogni altra cosa: la legge italiana non le riconosce legalmente entrambi i genitori. Così la partner della mamma biologica chiederà di poter adottare la figlia della compagna. Il Tribunale di Roma nel 2014 dirà di sì. La Corte d’Appello confermerà questa sentenza, la Procura di Roma però si opporrà alla decisione dei giudici con argomentazioni molto dure. La sentenza della Corte di Cassazione è cronaca di questi giorni. Per i giudici sarebbe «inammissibile» e di «natura discriminatoria», una «valutazione negativa fondata esclusivamente sull’orientamento sessuale della madre della minore e della richiedente l’adozione». Nella sentenza i giudici scrivono che la nascita della bimba «è frutto di un progetto genitoriale maturato e realizzato con la propria compagna di vita; la decisione di scegliere la più giovane ai fini della gravidanza è stata dettata dalle maggiori probabilità di successo delle procedure di procreazione medicalmente assistita» e che la bimba «ha vissuto sin dalla nascita con lei e la sua compagna, in un contesto familiare e di relazioni scolastiche e sociali analogo a quello delle altre bambine della sua età, nel quale sono presenti anche i nonni e alcuni familiari della ricorrente».

I giudici hanno applicato l’articolo 44, comma 1, lettera d della legge n. 184 del 1983 e successive modifiche, che regola l’adozione in casi particolari. L’adozione in casi particolari, però vede una interpretazione prevalente che limita moltissimo diritti e doveri dei genitori e dei bambini. Il bambino, infatti, non acquista la parentela da parte del secondo genitore, ma diventa figlio del genitore sociale. Non entra nella linea familiare, non vedrà riconosciuti cioè né i fratelli, né i nonni, né gli zii, né eventuali cugini dalla parte del genitore sociale. Sarà, insomma, un figlio con meno diritti di un bambino nato da una coppia eterosessuale. Le famiglie nascono perché si sceglie con amore di stare insieme, avere dei figli e pensare al futuro superando ogni difficoltà del quotidiano. Proprio come hanno fatto le protagoniste di questa vicenda. Sarebbe tutto normale quindi se non fossimo in un Paese dove il Parlamento ama pronunciarsi su materie su cui non c’è condivisione, con l’effetto che le opinioni di una parte diventano legge per tutti. Non esistono figli di serie A e di serie B. Tutti meritano il rispetto di un Legislatore che oggi è chiamato a eliminare ogni differenza in affermazione di diritti fondamentali.