Senza animali non si fa ricerca

Il Sole 24 Ore Domenica
Michele De Luca

A fronte della recente notizia che l’Europa ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, a causa di un’interpretazione troppo restrittiva della direttiva europea che regolamenta la cosiddetta «sperimentazione animale», Michele De Luca esprime con chiarezza e contezza le ragioni per cui la scienza non può in alcun modo progredire se non si dà possibilità agli scienziati di sperimentare su cavie animali. Non si parla di “vivisezione”, attenzione! Come spiega benissimo il nostro Co-Presidente De Luca, la vivisezione è già vietata e le sperimentazioni animali non sono quelle messe all’indice dagli animalisti con immagini raccapriccianti di animali sottoposti alle peggiori torture. Qui si parla semplicemente della possibilità di fare sperimentazioni, con regole ben precise e delineate, su un esiguo numero di animali per garantire agli esseri umani la possibilità di curarsi, guarire da malattie indicibili, risparmiarsi sofferenze enormi. Si tratta di diritto alla salute, e alla cura.

Nessuno pretende di utilizzare animali in laboratorio indiscriminatamente e senza che ce ne sia strettamente bisogno, considerato che da molto tempo qualsiasi ricerca non può non tener conto del cosiddetto «principio delle 3R». Ovvero, ogni ricercatore deve cercare di: “Rimpiazzare” il modello animale con metodologie alternative, “Ridurre” il numero di animali utilizzati e “Rifinire”, e quindi migliorare, le condizioni sperimentali a cui sono sottoposti gli animali. […] 

Premesso che mi rifiuto di prendere in considerazione la possibilità di sperimentare direttamente sull’uomo farmaci che non abbiano già provati livelli di sicurezza, mi chiedo: a fronte di migliaia di roditori e altri piccoli animali che vengono soppressi dalle nostre amministrazioni comunali durante le campagne di disinfestazione e da noi cittadini stessi quando utilizziamo esche e altri accorgimenti per evitare di avere nelle nostre case sgraditi coinquilini, è più etico utilizzare animali per salvare migliaia di vite umane (come è stato fatto già prima del’9oo con i vaccini e nel secolo scorso con gli antibiotici e i farmaci salvavita che tutti noi oggi utilizziamo, animalisti compresi) o smettere di produrre farmaci e rinunciare a curare le malattie? 

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