L’uovo di Colombo per ridurre drasticamente il numero di incidenti legati alla guida in stato d’ebbrezza? Gli inventori giurano di sì.
«Angel non è soggetto alla volontarietà del guidatore il quale non può in alcun modo impedire l’esecuzione del test o falsarne il risultato», assicura il professor Gianfranco Azzena, ex direttore dell’Istituto di Clinica Chirurgica della Università di Ferrara, che ha messo a punto il dispositivo assieme all’ingegnere Antonio La Gatta. Angel può essere montato su qualsiasi vettura e può essere poi calibrato per rispondere nel caso che il guidatore sia oltre il limite (in Italia, lo ricordiamo, è di 0,5 grammi/litro nel sangue). Rispondere come? La variante più semplice è che il proprietario dell’auto installi il dispositivo per la sua sicurezza. Così, in caso di percentuale di alcol troppo alta, Angel potrebbe segnalare la cosa con una spia accesa sul cruscotto o con un segnale sonoro. Ma il supercontrollore potrebbe essere istallato anche sui camion, sugli autobus scolastici, su autovetture di neo-patentati, sui taxi.
In questi casi Angel potrebbe bloccare l’avvio del motore, oppure segnalare la violazione delle regole a una centrale remota attraverso un segnale telefonico. Naturalmente interessate a questo tipo di apparecchiatura sono le compagnie di assicurazione che potrebbero risparmiare sensibilmente e ridurre i premi agli automobilisti disposti ad accogliere un «angelo» nelle loro auto. Il dispositivo può essere poi unito a un rilevatore satellitare e a un sistema di comunicazione Gps/Gprs (in questo caso il nome scelto è Keeper) per fornire a distanza moltissime informazioni. Dove si trova la vettura, a che velocità procede, se sta violando altre norme stradali oltre a quella sull’alcol.
Ma siamo sicuri che Angel funziona? I due inventori non hanno dubbi e assicurano che lo strumento è stato collaudato ampiamente, anche con l’aiuto della Polizia Stradale che ha potuto eseguire prove comparative con gli strumenti per la rilevazione del tasso alcolico normalmente in dotazione alle pattuglie. Altre prove sono state fatte nella galleria del vento della Fiat. Non c’è, per ora, una certificazione dello strumento. «Ma solo perché non sono ancora state emanate le necessarie norme da parte dello Stato», assicura l’ingegner La Gatta. Comunque Angel è pronto ed è in attesa che si chiudano le trattative in corso con case automobilistiche e compagnie di assicurazione. Poi lo strumento potrebbe finire anche nei negozi di accessori auto a un prezzo che appare interessante: non più di cento euro.