Se la politica non ascolta la voce dei malati

Unità
Maria Antonietta Farina Coscioni

Perché contro la Sclerosi laterale amiotrofica  non c`è speranza perché la scienza ancora non ha  trovato rimedio; significa che il corpo giorno dopo   giorno ti diventa un qualcosa di estraneo, che   ti abbandona, ti rende penoso anche svolgere funzioni   elementari: per poterti lavare, accudire, vestire   hai bisogno di qualcuno e da qualcuno sempre   più dipendi, 24 ore su 24. La famiglia, certo, è   essenziale. Ma le famiglie non possono essere abbandonate   – come oggi sono – a se stesse. I malati   e le famiglie hanno necessità, bisogno di aiuto:   psicologico e concreto. Un aiuto che è un diritto   avere, un dovere assicurare. Un diritto-dovere   che viene negato perché lo Stato nelle sue articolazioni   garantisce appena qualche ora la settimana;   e per il resto, ognuno si arrangi come può.   Raffaele Pennacchio, morto l`altra sera in un   albergo romano, malato di Sla, lottava come tanti   altri nella sua condizione, per l`affermazione e il   riconoscimento di questo diritto e dovere. Lui, gli   altri, le loro famiglie, lottano in maniera pacifica,     non violenta. Per questo non fanno «notizia».   Raffaele aveva partecipato al presidio sotto il   ministero dell`Economia, ed era reduce dall`incontro   con il vice-ministro delle Politiche sociali e   del Lavoro Cecilia Guerra, e il sottosegretario alla   Salute Paolo Fadda. Quello che si chiede è qualcosa   di normale eppure di «straordinario»: che   sia garantita assistenza domiciliare ai disabili gravi   e gravissimi che hanno diritto a restare a casa   con dignità e a cure amorevoli. E questo riguarda   i cosiddetti «Livelli essenziali di assistenza» che   da oltre dieci anni attendono di essere aggiornati.   Nella passata legislatura, da componente della   commissione Affari Sociali di Montecitorio, ho dedicato   buona parte del mio tempo in manifestazioni,   digiuni, iniziative parlamentari. Ogni volta   ricevevo tanti attestati di solidarietà, di sostegno   verbale, promesse e assicurazioni. Cinque anni   sono passati così: il ministro della Salute di turno   garantiva che la cosa era all`ordine del giorno, poi   immancabilmente tutto si arenava. Cambiavano i   presidenti del Consiglio, i ministri della Salute e   dell`Economia, ma niente: a tutto si trovava modo   di garantire «copertura» meno che ai Lea.   Eppure basterebbe davvero poco. Basterebbe   una autentica volontà politica e uno stanziamento   di risorse piuttosto modesto. Basterebbe, ma   nonostante le assicurazioni, le promesse, un ordine   del giorno approvato di cui sono stata prima   firmataria che impegnava il governo in questo   senso, ancora non si è fatto nulla. Neppure una   pur sollecitata indagine conoscitiva per sapere le   esatte dimensioni del problema si è fatta, si è voluta   fare.   E ora Raffaele Pennacchio è morto. Fino a   quando la politica (ma anche chi dovrebbe assicurare   informazione) continuerà a restare indifferente   e immobile di fronte a queste tragedie?