Samantha D’Incà:”Possibili nuovi casi, senza una campagna informativa sulle DAT. Ministero inadempiente”

samantha d'incà

Samantha D’Incà ci ha lasciato.

La famiglia ha dovuto sostenere una dolorosa e lunga azione giuridica per veder rispettate le volontà di Samantha.

“Esprimiamo vicinanza alla famiglia di Samantha D’Incà, che ha dovuto sostenere una lunga e dolorosa azione giuridica per far rispettare le volontà della propria figlia” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato. Nel nostro paese purtroppo occorrono ancora interminabili battaglie legali e insostenibili impegni economici per vedere affermate le proprie libertà personali che corrispondono a diritti fondamentali, nonostante la legge 219\2017 sul testamento biologico.

“Se per ricostruire le volontà di Samantha sono stati necessari diversi mesi è anche perché lo strumento del testamento biologico non è ancora conosciuto, basti infatti pensare che nessuna campagna informativa istituzionale, da quando esiste la legge, è mai stata finora condotta. Fin quando durerà tale inerzia, potremmo assistere a numerosi altri casi-Samantha. Come prescritto dall’articolo 4 comma 8 della legge 219/2017, ‘il Ministero della Salute, le Regioni e le Aziende sanitarie provvedono a informare della possibilità di redigere le DAT‘ anche attraverso i rispettivi siti internet’, ma così non è mai stato”.

“Questa incomprensibile lacuna viene in qualche modo colmata dall’iniziativa di piccole associazioni, con tutti i limiti del caso – concludono Gallo e Cappato -. Ad esempio l’Associazione Luca Coscioni tramite il Numero bianco (06 9931 3409), offre tutte le informazioni anche su questo strumento. Altrettanto non concepibile il ritardo da record da parte del Governo che ogni anno avrebbe dovuto presentare una Relazione al Parlamento sull’applicazione della legge, supportata dai numeri della banca dati nazionale. Ma la stiamo ancora attendendo”.