Ru486, il fronte del no all’attacco “È pericolosa, l’ok non è scontato”

Repubblica.it

ru486Oggi è il giorno della decisione sulla Ru486 e il fuoco di sbarramento degli avversari della pillola abortiva si fa sempre più intenso. Morti provocate dal farmaco, dubbi sulle procedure, dati incompleti. Si usano tutte le argomentazioni possibili perché l’Aifa rifiuti o rinvii la registrazione. Anche se nell’occhio del ciclone, all’Agenzia italiana del farmaco si dicono tranquilli e pronti a prendere la decisione giusta.

"Personalmente sono molto perplessa sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486, poiché penso che persistano delle zone d’ombra sulla sicurezza di questo farmaco. Dall’88 sarebbero 29 le morti tra donne in vari paesi a causa sua, ma il dato non è nei verbali del Comitato tecnico dell’Aifa", ha detto il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella a margine della presentazione della Relazione annuale sulla legge 194. "L’ok dell’Agenzia per il farmaco non è scontato", aggiunge. Luca Volontè del’Udc definisce la Ru486 "pillola assassina" e invita l’Aifa a pubblicare il dossier sulle conseguenze che può provocare. Mentre il movimento Scienza & Vita elenca gli argomenti del fronte del no: "Considerevole numero di donne decedute dopo aborto chimico con la Ru486, imprecisata incidenza delle infezioni gravi, privatizzazione dell’aborto e solitudine delle donne, incongruenza con l’applicazione della Legge 194. Questi solo alcuni degli aspetti che devono scongiurare l’approvazione della pillola abortiva da parte dell’Aifa". I colpi di chi non vuole la pillola in Italia paiono non turbare l’Agenzia italiana per il farmaco. "Siamo tranquilli, non ci faremo condizionare e prenderemo serenamente le nostre decisioni". A parlare è Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa, che oggi pomeriggio parteciperà alla riunione decisiva del Cda (anche se non ne è membro e non potrà votare)."Ognuno è libero di dire ciò che vuole – prosegue Rasi – Spesso sui farmaci si aprono dibattiti, come è giusto che sia poiché si tratta di prodotti che hanno a che fare con la nostra salute, ma noi siamo tecnici e prenderemo la decisione giusta".

Da sempre Roccella è tra i principi avversari della Ru486. Ieri il sottosegretario ha detto che non esiste una rilevazione statistica sulle esperienze fatte fino ad oggi dalla Regioni italiane che hanno usato la pillola. "La situazione si presenta a macchia di leopardo. Ad esempio il protocollo adottato dall’Emilia Romagna prevede tre giorni di ricovero in day hospital, ma due pareri del Consiglio superiore di sanità dicono che c’è parità di rischio tra aborto farmacologico e chirurgico solo se l’aborto farmacologico viene completato in ospedale". Le risponde l’ex ministro della Sanità Livia Turco del Pd: "Ancora una volta dobbiamo ricordare al sottosegretario che i temi come quello della Ru486 non sono temi da crociata ideologica. La validità di un farmaco è stabilita da organismi tecnici a ciò deputati e non da un sottosegretario". Il capogruppo del Pd al Senato, Dorina Bianchi, avverte: "Siamo certi che l’Aifa darà un parere scevro da condizionamenti e attento soprattutto alla sicurezza delle donne, tuttavia bisognerebbe evitare che con il via libera per l’inserimento della pillola Ru486 nel prontuario farmaceutico passi solo il messaggio che abortire è diventato più facile". Francesca Martini, sottosegretario al Welfare, ieri ha sottolineato che la pillola "non dà garanzia di espulsione completa della camera gestazionale. Non è uno scherzo, non è un gioco. Non è automedicazione. E anche se evita l’intervento chirurgico, senza dubbio non evita il dolore. Non si tratta di dire Ru486 si o no: bisogna dire che non è la pillola dei miracoli". L’ultima parola, oggi, al Cda dell’Aifa.