Protesta su Twitter in Francia “Il mio corpo, il mio diritto”

La Repubblica

“Il mio corpo, il mio diritto». Migliaia di fotografie con uno slogan antico, improvvisamente tornato d’attualità. È la protesta virale delle ragazze francesi per appoggiare la riforma del governo che rende più semplice l’interruzione di gravidanza. Gli autoscatti hanno invaso Twitter, con il popolare hashtag #lvgmoncorpsmondroit proprio durante la discussione in parlamento di una nuova riforma del diritto all’aborto.

Mentre la Spagna ha da poco ristretto la normativa, la Francia ha deciso di cancellare dalla storica legge del 1975, che porta il nome di Simone Veil, all’epoca ministra della Sanità, la condizione per cui una donna debba essere in stato di «estremo disagio» per ricorrere all’aborto. Una menzione giudicata ormai “obsoleta” dalla ministra socialista delle Pari opportunità, Najat Vallaud-Belkacem. La riforma della legge solleva un nuovo dibattito sociale in Francia, dopo quello sul matrimonio gay. Domenica una “marcia per la vita” ha portato nelle strade di Parigi migliaia di persone per dire no all’aborto. Un corteo che Papa Francesco ha appoggiato apertamente, invitando i manifestanti a «mantenere viva l’attenzione su un tema così importante».

Proprio domani Francois Hollande incontrerà per la prima volta il Pontefice. Ma la riforma francese, hanno assicurato dall’Eliseo, non sarà discusso. Era da tempo che in Francia non ripartiva una mobilitazione per il diritto all’aborto. La prima a postare la sua foto su Twitter è stata, lunedì, l’attrice Frédérique BeL Un nudo integrale con una bocca al posto del pube. Una foto che è rimbalzata in poche ore sulla rete, fino ad essere censurata da Twitter perché considerata oscena. Ieri invece la protesta è ricomparsa sul social network con il popolare hashtag inventato da una giornalista del magazine Elle, Laurent Bastide. ll suo scatto è meno spinto di quello di Bel. Bastide è vestita e tiene un cartello in cui è scritto: “I love mon droit all’ Ivg”, l’abbreviazione per l’interruzione volontaria di gravidanza.

Molte altre donne seguono, facendo autoscatti con lo stesso cartello. Altre scrivono sulla pancia, su una mano, sulla guancia. ll concetto è quello delle femministe negli Anni ’70: «Il corpo è mio». C’è preoccupazione sull’ondata internazionale che rimette in discussione l’aborto, dalla Spagna agli Stati Uniti. «Non possiamo essere tornate a questo punto» commentano alcune ragazze suTwitter. «Simone, svegliati», dice un’altra ragazza a proposito di Simone Veil. Al movimento online aderiscono alcuni uomini. «Èlaloro scelta, il loro diritto» dicono. Molte citano il manifesto delle 343″salopes”, sgualdrine, che apparse sul Nouvel Observateur negli Anni ’70. Allora, le femministe autodenunciarono il loro aborto, sfidando il divieto dello Stato. Oggi la situazione è diversa In Francia più di 220.000 gravidanze vengono interrotte volontariamente ogni anno. Circa unadonna su hafatto ricorso all’aborto almeno una volta nella sua vita. Il progetto di legge francese segue un percorso inverso rispetto a quello spagnolo, che intende restringere il diritto all’aborto, limitandone la legalità ai soli casi di stuproedi rischio reale perla salute della donna Una legge che secondo la ministra francese della Sanità, Marisol Touraine, rappresenta «un ritorno all’età della pietra». In Francia, invece, l’emendamento alla legge Veil renderà più semplice interrompere la gravidanza. Il nuovo testo prevede che una donna possa abortire perché «non intende portare a termine la gravidanza» e non più perché, come vuole il testo originale, «si trova in una si tuazione di estremo disagio». Controlariformasièschierata una parte della destra che teme la “banalizzazione” dell’aborto. L’ Ump ha presentato a sua volta un emendamento contro il rimborso delle spese di aborto da parte dell’assistenza sanitaria