Prosciolto il medico di Welby: è una sentenza che legalizza l`eutanasia?

di Roberto Santi

E’ giusto assecondare la volontà del malato. Quindi Mario Riccio, il medico anestesista che staccò la spina a Piergiorgio Welby, non va processato. Lo ha deciso il gup Zaira Secchi. Allora l`eutanasia è legale per i malati terminali?

Risponde Roberto Santi medico e scrittore

No. Ma vorrei chiedere che cosa s`intenda per eutanasia… Perché nel nostro Paese questo non è chiaro. E credo che a fare chiarezza debbano essere i medici. È per questo che nel dicembre scorso, nel pieno dei dibattíto sul caso Welby, mi proposi per sospendere la sua terapia. per legge. Dopo mezz`ora successe il finimondo: il mio cellulare cominciò a squillare e per una settimana sono stato al centro del dibattito, invitato in tutte le trasmissioni radiofoniche e televisive che parlavano di quello. L’argomento non è semplice, ma parlare di eutanasia quando il medico sospende la terapia, anche salvavita, a cui il paziente non dà più il suo consenso è una questione diversa. È un diritto del paziente chiederlo, è un dovere del medico assecondare la richiesta. La Costituzione, il codice deontologico medico e le norme sul consenso informato lo dicono. È interruzione dell`accanimento terapeutico quello che i medici fanno, per fortuna, ogni giorno nei nostri ospedali. Ho sintetizzato questa mia esperienza in un libro, pubblicato da Tullio Pironti e intitolato provocatoriamente “Io, dottor Morte”… credo che leggerlo aiuti a capire. Trovo assurdo che ci sia chi dice che è contrario all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, e appena il medico si avvicina al letto del paziente per interrompere quell’accanimento, si alza un coro che urla: “Arrestatelo: sta uccidendo una persona!”. Essere contrari all’accanimento terapeutico significa dover sospendere la terapia e, in quel caso, è la malattia ad uccidere il paziente, non il medico. E poi l’accanimento non può essere definito per legge. Solo il paziente può dire quando una terapia è accanimento per lui. Quando siamo coscienti, è sufficiente la nostra volontà. In caso contrario, sarà il testamento biologico a guidare le scelte cliniche. Io credo che il compito della politica sia quello di mettere al riparo il rapporto medico-paziente da rischi giudiziari. Si dovrebbe fare anche per il rischio clinico.  Come scrivo nel mio primo libro “Camici sporchi” pubblicato da Gammarò con lo pseudonimo di Roberto Dantes, occorre che la politica faccia un passo indietro nella gestione della sanità. Ho anche aperto un sito per chi vuole saperne di più: http://www.camicisporchi.org/