Procreazione/ Ass. Coscioni: cancellare la legge 40

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 L’associazione Luca Coscioni plaude il rinvio alla Consulta della legge 40 sulla fecondazione assistita “Quello che non fa il Parlamento, ovvero cancellare la legge 40: lo stanno facendo i tribunali”, sottolinea Filomena Gallo, segretario dell’Associazione.

Per la seconda volta, infatti, il Tribunale di Firenze ha rinviato alla Corte Costituzionale la decisione di pronunciarsi su due aspetti dalle legge 40, che regola la fecondazione assistita: questa volta, però, creando due ulteriori nuovi precedenti, sulla irrevocabilità della decisione della donna e sull’utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati.

“La battaglia iniziata da Luca Coscioni oltre 12 anni fa sulla ricerca sulle cellule staminali embrionali segna oggi un importante passaggio”, commenta il segretario dell’Associazione Coscioni, aggiungendo: “Ancora una volta si dimostra quanto da noi espresso più volte ovvero la fondatezza nel dire che il divieto di revoca del consenso informato è un divieto incostituzionale ai sensi dell’articolo 32 della nostra Costituzione. La revoca del consenso avviene già per tutte le altre patologie ed è indispensabile per il percorso terapeutico del paziente”.

Inoltre il giudice, esprimendosi sul divieto di utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sovrannumerari malati o abbandonati, “conferma il paradosso di questa assurda legge 40”, fa notare Filomena Gallo ricordando che in Italia è vietato estrarre linee cellulari embrionali ma si può fare ricerca con esse se importate dall’estero.

“Il giudice – spiega il segretario dell’associazione Coscioni – ha rilevato nella sua decisione che la legge 40 entra in contrasto con gli articoli 33 e 9 della carta Costituzionale che sanciscono la libertà di ricerca scientifica in Italia e pertanto ha rimando la legge alla Consulta.

Questi due nuovi aspetti della legge 40 di nuovo al vaglio ora dei giudici della Corte Costituzionale erano stati già oggetto dei quesiti referendari del 2005″, ricorda ancora Gallo, sottolineando: “Sarebbe stato opportuno e necessario non boicottare quel referendum, risparmiando a tante coppie inutili sofferenze e evitando di porre inutili e ideologici paletti alla libertà di ricerca scientifica nei nostri laboratori. Avrebbe significato garantire la salute ai cittadini del Paese”.

“Quello che non fa il Parlamento, ovvero cancellare la legge 40, lo stanno facendo i tribunali”, ma – conclude – “siamo ancora lontani dalla Francia il cui Senato ha approvato, nella notte fra il 4 e il 5 dicembre, una proposta di legge che autorizza la ricerca sulle cellule staminali embrionali”.