PRIMA MANIPOLAZIONE DI UNA CELLULA UMANA (La Stampa)

<b>10 Febbraio 2003</b> – Una svolta nel mondo scientifico che potrebbe avere conseguenze e implicazioni straordinarie e permetterà di utilizzare cellule come strumento per combattere malattie. Per la prima volta è riuscita una manipolazione genetica su cellule staminali umane. Il metodo era già stato sperimentato con successo con i topi di laboratorio. Gli scienziati dell´Università del Wisconsin hanno annientato il gene di una malattia da una cellula staminale embrionale umana e ora sono in grado di controllarne lo sviluppo, facendola crescere come tessuto cerebrale, pancreatico o cardiaco. «Questo ci permette di manipolare qualsiasi parte del genoma umano che vogliamo», ha commentato Thomas Zwaka, uno degli autori dello studio, che sarà pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology. Zwaka ha condotto lo studio con l´esperto americano James Thomson, la cui équipe ha prodotto per prima al mondo cellule staminali embrionali umane, prelevandole da embrioni inutilizzati nelle cliniche per la fertilità.

Gli scienziati di tutto il mondo sono concordi nel ritenere di poter sfruttare la capacità di «ricordare» di questo tipo di cellule, per utilizzarle a sostituire cellule cerebrali distrutte dal Parkinson o cellule spinali danneggiate. La difficoltà sino ad ora incontrata dai ricercatori è quella di trovare un metodo adeguato per programmare le cellule, che spesso danno vita ad ammassi casuali noti come teratoma, invece che ai tessuti desiderati. L´équipe di Zwaka e Thomson ha annunciato, invece, di essere riuscita a creare un metodo efficace per purificare i tessuti, grazie ad una manipolazione genetica che permette di controllare quale tipo di tessuto verrà formato.

Ora si tenta di creare cellule cerebrali che producano dopamina, che muoiono durante il morbo di Parkinson. Zwaka è convinto che il metodo può permettere anche di creare serie di cellule donatrici «universali», cioè linee di cellule che possono venir utilizzate per trapianti senza rischi di rigetto in qualsiasi tipo di paziente. Il risultato, secondo i ricercatori, permetterebbe di scavalcare la clonazione terapeutica, cioè la creazione di embrioni con la clonazione finalizzata all´estrazione delle cellule necessarie per un trapianto personalizzato.

La clonazione terapeutica incontra forti resistenze sul fronte etico, perchè presuppone di dar vita ad un embrione solo per utilizzarlo per attingere a «parti di ricambio». Secondo il genetista dell´università di Roma Tor Vergata, Giuseppe Novelli, lo studio condotto negli Usa dal biologo molecolare Thomas Zwaka è «un grande passo avanti verso la terapia genica più perfezionata». «Le cellule staminali – dice Novelli – per le sue caratteristiche sono più prone a farsi modificare rispetto alle cellule specializzate che sono più rigide. In pratica le staminali hanno una plasticità del genoma maggiore di quelle già differenziate». L´obiettivo di molti studiosi che stanno lavorando in questo settore è di correggere nelle cellule staminali il difetto che determina una certa malattia, far crescere e selezionare le staminali corrette e reintrodurle nella persona malata. «Questa nuova terapia – aggiunge Novelli – si chiama terapia genica ex vivo e molti gruppi di ricerca, compreso il nostro, la stanno studiando nei modelli animali».

Le riserve negli embrioni

Gli embrioni umani sono una delle più grandi riserve di cellule staminali, le cellule neonate immature e non specializzate che, crescendo, possono dare origine a molti tipi di tessuti (come ossa o sangue). Per i ricercatori rappresentano una delle più grandi scommesse della medicina del futuro, ma l'ostacolo maggiore da superare è la possibilità di averne a disposizione grandi quantità. A seconda della loro provenienza e del loro grado di maturazione possono esserci cellule staminali totipotenti (capaci di trasformarsi in ogni componente dell'organismo), pluripotenti (si trasformano solo in alcuni tessuti) o unipotenti (danno origine a un solo tipo di tessuto o di organo). Tra le cinque fonti nelle quali si trovano queste cellule primitive, molti ricercatori ritengono che quelle derivate dagli embrioni siano le più versatili e più ricche: embrionali eterologhe, embrionali autologhe, fetali, da cordone ombelicale, da adulto.