Piattaforma di raccolta firme digitali: perché l’Italia continua a ostacolare i referendum?

Articolo di Lorenzo Mineo, coordinatore della campagna sulla piattaforma referendum per l’Associazione Luca Coscioni, per Agenda Digitale

Nuove azioni legali, politiche e divulgative in vista per chiedere al Governo il rispetto di una legge esistente: quella che prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica per raccogliere firme digitali sui referendum e che resta ancora disattesa

Sul diritto dei cittadini a intervenire nella vita politica attraverso i referendum, il Governo italiano si sta distinguendo per la sua doppia arroganza: non rispetta le proprie leggi né si confronta con cittadini e organizzazioni che ne chiedono conto.

Piattaforma di raccolta firme digitali sui referendum, un diritto negato

Stiamo parlando della mancata applicazione della legge 30 dicembre 2020, n. 178, che prevedeva l’entrata in funzione dal primo gennaio 2022 di una piattaforma pubblica per raccogliere firme digitali sui referendum.

L’urgenza di istituire questa piattaforma arriva da lontano, e in particolare dalla storica decisione del Comitato diritti umani dell’Onu che nel 2019, nel caso Staderini-De Lucia vs Italy, che aveva rilevato delle irragionevoli restrizioni nelle modalità di raccolta firme cartacea previste dalla legge italiana sui referendum: con moduli da compilare, documenti, timbri, burocrazie, e soprattutto la presenza ai tavoli di raccolta firma degli “autenticatori”, molto spesso eletti locali che si rendono disponibili soltanto per il proprio schieramento, o avvocati e notai che corrispondono a un costo per i comitati promotori.

Procedure che hanno reso l’attivazione della partecipazione appannaggio di grandi partiti e sindacati, oltre ad ostacolare la partecipazione di persone con mobilità ridotta.
Per rientrare nell’obbligo internazionale, il Parlamento aveva quindi approvato l’istituzione della piattaforma di raccolta firme sui referendum, per abbattere gli ostacoli e consentire alle persone di sottoscrivere attraverso il digitale referendum e proposte di legge di iniziativa popolare.
Ebbene, a distanza di un anno e mezzo dalla scadenza di legge, la piattaforma non è ancora stata realizzata, nonostante il governo precedente avesse approvato un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 settembre 2022 che ne disciplina il funzionamento.

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