«È pericolosa» Lorenzin blocca Stamina

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L’Unità
Adriana Comaschi

«Avrei voluto un epilogo diverso, per le famiglie che si sono aggrappate alla possibilità di una cura che, purtroppo, non c`è». Così il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin dice addio alla sperimentazione del Metodo Stamina. Quella che per il fondatore di Stamina Foundation, Davide Vannoni, è una cura «compassionevole» in grado di guarire o di alleggerire le sofferenze di 120 malattie neurodegenerative, per il ministero è una prassi «non sicura». Quanto ai 36 pazienti già sottoposti alle infusioni di Vannoni agli Spedali civili di Brescia «attenderemo il pronunciamento del Tar. Intanto ho chiesto di visionare le loro cartelle cliniche». Mentre i tre milioni stanziati dal Parlamento per la sperimentazione «verranno destinati alla ricerca per la cura di malattie rare». Si volta così pagina dopo due anni di accuse e dubbi della comunità scientifica, di cure sospese e poi autorizzate tramite Tribunali, di interventi diversi dell`esecutivo, di indagini della magistratura. 

Era il 2011 quando Brescia decide di ospitare la terapia, cominciano il trattamento 4 bambini e 8 adulti. Vannoni sostiene di poter trasformare cellule staminali mesenchimali in cellule nervose, da somministrare con infusioni, per riparare danni neurologici. Metodo 
però mai brevettato, sottratto al controllo delle agenzie internazionali
perché presentato come trapianto e non come farmaco, e di cui Vannoni non ha mai voluto fornire i dettagli. Ieri dunque il Ministero «prende atto» del parere negativo dell`Avvocatura di Stato, e prima ancora del Comitato scientifico insediato per esaminare il Metodo Stamina. «Sulla ripetibilità e sicurezza» del metodo «abbiamo ammesso delle deroghe, ciò nonostante non si è rientrati nei parametri per continuare la sperimentazione», spiega Lorenzin. Si contestano in particolare «l`inadeguata descrizione del metodo» e « i potenziali rischi», come quello «di iniezione di materiale osseo a livello del sistema nervoso». Vannoni alza i toni: «Sono il ministro e il suo comitato scientifico a essere pericolosi per la salute degli italiani».

E si dice pronto a «portare la sperimentazione all`estero, negli Stati Uniti» – dove peraltro una sua richiesta di brevetto è stata bocciata nel 2012 per mancanza di dettagli e dubbi sulla differenziazione cellulare proposta. Diverse associazioni di malati insorgono, e alcune si dicono pronte a «denunciare Lorenzin e il premier Letta per crimini contro l`umanità». Per altre, come Famiglie Sma Onlus, così «finalmente si mette fine alla confusione che ci colpiva». La disperazione delle famiglie coinvolte rimane un dato di fatto. Come quella della piccola Sofia, diventata emblema di una campagna per le cure compassionevoli. Sullo sfondo, una battaglia più ampia. La comunità internazionale temeva il via libera in Italia a una giungla di cure al di fuori di ogni protocollo (vedi le critiche sulla rivista Nature).

Con pazienti e familiari pronti a spendere decine di migliaia di euro – come nel caso del metodo Stamina – pur di tenere viva la speranza. Speranza che però per Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato «solo la scienza può dare, l`illusione è un`altra cosa. Condivido la scelta del Ministro, coraggiosa, trasparente e improntata alla massima tutela dei cittadini. Mi auguro che in futuro si continui a prestare la massima attenzione alla vera ricerca scientifica».