Parte l’ultima corsa per la cannabis legale

Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, hanno lanciato durante la Conferenza Stampa alla Camera dei Deputati la tre giorni di mobilitazione per la campagna Legalizziamo!

Quindicimila firme in tre giorni. È questo l’obiettivo da raggiungere per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione della cannabis attraverso la campagna “Legalizziamo!”. Nel prossimo week end la raccolta firme promossa tra gli altri da Radicali Italiani, Possibile! di Pippo Civati e sostenuta dal gruppo Alternativa Libera (i fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle) vedrà un tour de force con lo scopo di arrivare alle fatidiche 50.000 firme indispensabili a presentare il progetto di legge. Come ha spiegato il presidente dei Radicali Italiani Marco Cappato alla Camera dei Deputati durante la conferenza stampa di lancio della tre giorni di mobilitazione: «Ora possiamo contare con certezza su 38.000 firme raccolte, in assenza di un’ultima mobilitazione il risultato non sarebbe raggiungibile».

La cifra di 15.000 sottoscrizioni, facendo superare le 50.000, metterebbe in sicurezza la proposta di legge. Oltre all’iniziativa popolare, in Parlamento è impegnato anche l’intergruppo cannabis legale promosso dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che è intervenuto con un videomessaggio: «Nell’opinione pubblica le idee anti-proibizioniste sono prevalenti, i favorevoli alla legalizzazione sono più del 50%, e gli antiproibizionisti ci sono in tutti i partiti, anche in quelli più tetragoni come la Lega», ha detto Della Vedova mettendo l’accento sulla sicurezza. «La legalizzazione risolverebbe anche un problema di sicurezza, perché noi destiniamo oltre 10.000 operazioni di Polizia al contrasto della cannabis, con questa legge si liberebbe un grande spazio per contrastare quelli che sono i reati di vero allarme sociale».

–> CLICCA QUI per conoscere tutti i tavoli del weekend dove puoi firmare anche tu per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione della Cannabis!

Ma il convitato di pietra è anche qui il referendum costituzionale: «Al momento siamo tutti inebriati da una sostanza che si chiama referendum», ha detto Pippo Civati. Infatti la proposta di legge sarà di nuovo all’esame delle commissioni Giustizia e Affari Sociali proprio il 5 dicembre, all’indomani del voto sul referendum. E Maurizio Lupi di Area Popolare prepara la battaglia: «Sono già pronti 4.000 emendamenti». Ribatte il leader di Possibile: «Questa legge dovrà affrontare degli ostacoli lupigni, io dico a Lupi di rilassarsi». Ma il muro dei centristi preoccupa il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi: «Si tratta di una riforma che avrà tempi medio lunghi anche a causa dell’ostruzionismo». Che non è solo in Parlamento. Ci sono problemi con i Comuni che non danno i certificati elettorali delle persone che firmano. Cappato accusa Alfano: «Vediamo se il ministro Alfano risponderà alle richieste legittime del comitato, facendo sì che i comuni rispondano via pec alle nostre richieste di certificati elettorali».

La proposta di legge di iniziativa popolare definita anche più «avanzata», rispetto a quella dell’intergruppo prevede: l’autocoltivazione libera fino a cinque piante, la possibilità di associarsi in gruppi di “coltivatori” senza fini di lucro chiamati cannabis social club e la coltivazione a fini commerciali previo ottenimento della licenza. Non ci saranno monopoli e sarà assicurata la tracciabilità della sostanza, con indicazione sulla confezione del livello di THC e della provenienza geografica. Tra i firmatari della proposta di legge di iniziativa popolare ci sono nomi noti come Gianmarco Tognazzi, Roberto Saviano, Ilaria Cucchi, Emma Bonino e sindaci di Parma, Torino e Napoli, Federico Pizzarotti, Chiara Appendino e Luigi De Magistris.