In Parlamento arriva l`eutanasia prima volta nella storia italiana

Il Messaggero
Mario Ajello

IL CASO

E` un passaggio storico. E l`agenda su cui è scritto quello che potrebbe essere l`avvio di un cambiamento profondo nella cultura e nella legislazione italiana, e l`inizio della fine di un tabù, è quella del prossimo mese di marzo. Per la prima volta, in Italia, il Parlamento – a sette anni dalle forti polemiche politiche e bioetiche sul decreto Englaro – prenderà in esame una proposta di legge per la legalizzazione dell`eutanasia.

Lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo alla Camera. Una svolta ma anche un’assunzione di responsabilità che andrà maneggiata con molta cura perchè l`argomento del fine vita e del biotestamento ha un impatto popolare molto forte e divide le coscienze e la collettività. Tutti ricorderanno il caso Englaro e le polemiche politiche, anche sguaiate, che produsse. Sulla scia di quella vicenda una legge non si fece e il decreto del governo Berlusconi nel 2009, che ordinava di proseguire l`alimentazione alla ragazza, non venne firmato dal presidente Napolitano. Il quale lo giudicò «incostituzionale».

LE ASSOCIAZIONI

Ora «con la calendarizzazione del tema dell`eutanasia alla Camera per Marzo», annunciata dal Capogruppo di Sel Arturo Scotto, abbiamo compiuto un altro importante passo verso la legalizzazione e il governo di un fenomeno sociale sempre più importante nella società italiana», spiegano Marco Cappato, Filomena Gallo e Mina Welby (suo marito Piergiorgio scelse nel 2006 la morte assistita, tra canzoni di Bob Dylan e successive polemiche mai finite) a nome dell`Associazione Luca Coscioni, di Radicali italiani e della campagna «Eutanasia legale».

Montecitorio potrà così affrontare anche la proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel settembre 2013 e sottoscritta da oltre centomila cittadini. Che l`eutanasia sia un tema di enorme attualità è inutile dirlo. Basti pensare all`impressione che in queste ore sta facendo nel mondo e in Italia l`ipotesi che la morte di David Bowie, malato di cancro, Sia stata frutto di una scelta assistita.

O ancora: resta viva, non solo nel mondo politico, la memoria di Lucio Magri che si fece accompagnare in una clinica svizzera della dolce morte da Rossana Rossanda, per porre fine alla propria esistenza. Da tempo si sono mobilitate per l`obiettivo della calendarizzazione della legge molti malati, a partire da Luigi Brunori, che proprio nei giorni scorsi è morto a 68 anni, e che nello scorso maggio scrisse una lettera-appello ai capigruppo di Camera e Senato per caldeggiare una norma sul fine vita: «Non chiediamo compassione, ma diritti». E così Max Fanelli, Walter Piludu e Ida Rescenzo, che a loro volta hanno chiesto al Parlamento di intervenire.

IL TESTO

La proposta di legge prevede che ogni cittadino può rifiutare l`inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonchè ogni tipo di trattamento di sostegno vitale così come della terapia nutrizionale. Ed il personale medico è tenuto a rispettare la volontà del paziente, se arriva da un maggiorenne capace di intendere e di volere.

L`ultimo articolo stabilisce che ogni persona «può stilare un atto scritto, con firma autenticata dall`ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l`applicazione dell`eutanasia per il caso in cui egli successivamente venga a trovarsi nelle condizioni previste dalla legge». La parola passa alle Camere.

La speranza è che, per rispetto etico e bioetico, si evitino da tutte le parti in causa le crociate ideologiche.

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