“Niente preservativo siamo attori porno”

Il fatto quotidiano
Angela Vitaliano

New York Chissà se i membri della National Rifle Association, la potentissima lobby americana a sostegno della libera circolazione delle armi, guardano i film pomo e se trovano poco eccitante il fatto che i protagonisti maschili usino il preservativo durante I rapporti sessuali. La curiosità sorge perché la Vivid Entertainment, una delle più grandi case di produzione di film per adulti, ha dato il via a un’azione legale per bloccare un nuovo provvedimento che richiede agli attori di utilizzare il preservativo durante le scene di sesso e che viene considerato come “una minaccia per la libertà di espressione”. Più o meno quello che dicono alla Nra appunto, a proposito delle armi e della libertà degli individui di possederne di qualsiasi tipo e modello.

IL PROVVEDIMENTO, da poco entrato in vigore, ma che già aveva suscitato veementi proteste da parte degli attori dei film hard, è la conseguenza di un referendum che era stato promosso dalla Aids Healthcare Foundation e che aveva ottenuto la maggioranza di voti lo scorso 6 novembre. In base alla nuova regolamentazione, i produttori di film pomo devono richiedere un permesso speciale al Dipartimento della Salute; i fondi raccolti dalle richieste per i permessi devono essere usati, da parte dello stato, per garantire maggiori controlli sui vari set, così da evitare, o perlomeno controllare, la diffusione di malattie di tipo sessuale. Né produttori, però, né attori, sembrano avere la benché minima intenzione di sottoporsi a questi controlli che limitano la loro “sacrosanta libertà di espressione”. “L’idea di permettere a degli impiegati statali – ha detto scandalizzata la pornostar Amber Lynn — di venire sul set ed esaminare i nostri genitali e atroce”. La verità, nemmeno tanto nascosta, è che i produttori hanno paura che il pubblico possa essere deluso dalla visione del preservativo e abbandonare le produzioni americane a favore di quelle che mostrano scene di sesso non protetto. La realtà, dunque, è che le conseguenze del referendum hanno un peso economico che le grandi produzioni non vogliono affrontare. I sostenitori dell’uso del preservativo in scena. infatti, fanno notare che la “visione” del condom potrebbe essere eliminata attraverso delle correzioni digitali; possibilità concreta ma che, pare, inciderebbe troppo sui budget dei film hard. Steven Hirch, fondatore della Vivid, intanto specifica che “il nostro sistema funziona perfettamente. Dal 2004 sono state girate oltre 300mila scene esplicite senza che ci fosse alcuna trasmissione di Aids. La nuova legge non ha alcun senso e impone un regime di controllo governativo sulla realizzazione di film che sono, invece, protetti dalla Costituzione”