Niente alibi sulla ricerca

Corriere della Sera – ed. Milano
Sergio Harari

C’è una parola che ne accomuna molte altre, ed è ricerca. La ricerca mette insieme in modo trasversale molti dei temi al centro delle politiche nazionali e regionali: sanità, ambiente, sociale, nuove tecnologie, innovazione. «La ricerca scientifica è essenziale per il progresso economico», è un’affermazione da tutti condivisa ma da quasi tutti dimenticata quando devono essere operate scelte concrete. Tanto che i dati Ocse classificano il nostro Paese come 31esimo su 34 per finanziamenti alla ricerca. Malgrado ciò nel zoio la produzione scientifica italiana è risultata all’ottavo posto mondiale, al settimo specificatamente nel settore sanitario, settore in cui l’Italia si è posizionata al quarto posto europeo dopo Inghilterra, Germania e Francia. La Lombardia ha un ruolo chiave: nella nostra regione infatti sono attive il 50% delle imprese e il 70% degli operatori italiani del campo delle biotecnologie e in questo territorio sono presenti più del 60% degli insediamenti farmaceutici produttivi a livello nazionale. Un patrimonio straordinario che crisi, spending review e miopia dei politici di turno rischiano di far naufragare invece di valorizzare come uno straordinario traino per una solida strategia di rilancio del Paese. In questi anni difficili una delle poche autorevoli voci che ha dimostrato sensibilità e attenzione per questo tema così importante è stata quella del presidente Napolitano, che ha anche recentemente evitato ulteriori scempi a un settore già in gravi difficoltà. Chi si candida al prossimo governo della Lombardia deve avere ben presente nella propria agenda questo argomento fondamentale per il progresso economico e sociale, che può peraltro contare su un importante bacino di risorse intellettuali che, in molti casi, non aspettano altro che poter esprimere potenzialità frustate e inespresse. La ricerca può anche costituire un’importante base politica per un rilancio economico fatto di innovazione, merito, valorizzazione dei giovani e dei loro talenti e che può trovare un forte supporto nell’importante rete universitaria e di istituti di ricerca che rappresentano uno dei patrimoni della Lombardia. Non basta affermare che non ci sono finanziamenti e con questo chiudere le porte a qualsiasi prospettiva, ovvero al proprio futuro. Fondi e finanziamenti si possono e si devono trovare. Gli esempi e le modalità per farlo sono tante: sia chi scrive, sia altre autorevoli voci tra le quali cito solo il prof. Garattini, da anni propongono una tassa di scopo sui pacchetti di sigarette, i cui proventi potrebbero essere rinvestiti in ricerca e assistenza sanitaria. È solo un esempio, se ne potrebbero fare molti altri, ma il vero problema è crederci davvero. La ricerca deve essere organizzata e razionalizzata, e per questo mesi fa lanciammo da queste pagine anche l’idea di una «Consulta della ricerca biomedica». E molte altre potrebbero essere le idee e le proposte ma la cosa più importante è affermare che la conoscenza è sempre un bene di per sé e non un costo. Questo vorremmo vedere scritto e tradotto in programmi da chi si candiderà nel prossimo futuro a governare la nostra Regione.