Nelle Marche il diritto all’aborto viene messo in discussione

VivereAncona
Cellula Coscioni di Ancona

L’ultima relazione annuale al Parlamento sulla legge 194, depositata dal Ministero della Salute, evidenzia che l’aborto medico con la pillola Ru486 a base di mifepristone è praticato ormai in tutte le regioni, tranne che nelle Marche.

Si ricorda che tale metodica, che può essere in alcuni casi necessaria per ridurre i rischi per le donne, se applicata correttamente potrebbe anche consentire un considerevole risparmio per il Servizio Sanitario. Inoltre già nel 2009, a fronte di 2.458 interruzioni volontarie di gravidanza effettuate da donne residenti nelle Marche, il 24,7% degli interventi sono stati fatti fuori provincia di residenza; il 9,9% addirittura fuori regione, con percentuali quasi doppie rispetto alla media nazionale.

L’alto tasso di medici ginecologi e anestesisti obiettori di coscienza che si registra nei vari ospedali della Regione, impedisce il regolare svolgimento del servizio. Non è accettabile che nel 2012 vengano negati i diritti delle donne acquisiti con anni di lotte per le libertà individuali e civili! Il Servizio Sanitario Regionale deve organizzarsi, garantendo il servizio dell’ interruzione volontaria di gravidanza in tutto il territorio delle Marche anche nell’ottica di coniugare libertà di scelta, eccellenza delle procedure e risparmio.

Ricordiamo che pochi giorni fa, l’ Associazione Luca Coscioni e l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (AIED), hanno presentato alla Procura della Repubblica di Roma un esposto/denuncia per chiedere di indagare la situazione di illegittimità in cui versano le strutture ospedaliere pubbliche della Regione Lazio rispetto alla legge 194/78, e dunque valutare se tale situazione integri gli estremi di ipotesi di reato perseguite dal codice penale. Anche nelle Marche le nostre Associazioni si impegnano ad assumere tutte le iniziative necessarie per la corretta ed integrale attuazione della legge 194.