Monti apre il caso sanità – Il monito di Monti sulla spesa sanitaria

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Corriere della Sera
Marco Galluzzo

Si ribellano tutti: da Di Pietro al Pdl, dalla Lega al Pd. Mario Monti ha toccato il funzionamento attuale, e la sostenibilità futura, del sistema sanitario nazionale. Lo ha fatto con queste parole: «La crisi ha colpito tutti. Il campo medico non è un’eccezione. Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro servizio nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni».

Il passaggio “incriminato” è pronunciato dal capo del governo in videoconferenza con Palermo, dove si inaugura il progetto Ri.Med, nuovo centro di biotecnologie, in stretta correlazione con know how e risorse americane (Università di Pittsburgh). Una collaborazione che fornisce al premier un’occasione per una riflessione e un paragone. La prima è amara «Non sono moltissime in queste giornate, le occasioni per guardare all’oggi con grande conforto o al domani con grande speranza». Il progetto siciliano, «un esempio concreto e luminoso di un’Italia all’avanguardia», è una di queste e per questo «mi spiace non essere lì con voi: la vostra iniziativa ha rilevanza internazionale in grado non solo di trattenere i migliori talenti italiani ma anche di attrarne». Subito dopo l’intervento di Monti, con gli occhi puntati ad alcune eccellenze americane, tocca anche il funzionamento attuale del Ssn: «Anche l’innovazione medico-scientifica – aggiunge il premier – deve partecipare alla sfida» della sostenibilità. E ciò «considerando il parametro costo-efficacia un parametro non più residuale, bensì di importanza critica».

Ce n’è abbastanza per suscitare molte reazioni. Compresa quella di Bersani, che pensa «di essere un po’ più ottimista, anche se mi piace che ci sia uno del governo che pone il problema. Io penso che il sistema sanitario bisogna garantirlo ed è curioso non si parli di sanità in questi mesi. Nei prossimi anni le difficoltà saranno grandi, anche per le misure prese. Io dico che i tagli lineari non vanno bene, che il cacciavite nella macchina va messo, che le migliori pratiche vanno estese». Se quello del segretario del Pd è un ragionamento critico, poco dopo invece arriva la reazione dura, e allarmata, della Cgil: il presidente del Consiglio, si legge in una nota, «non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale, dopo averlo ridotto all’osso.

Se il governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo. Ma non può affamare la bestia per poi svenderla». A metà pomeriggio Palazzo Chigi sente il bisogno di precisare il ragionamento del capo del governo, assicurando che la sostenibilità del servizio sanitario nazionale è garantita. «Per il futuro è però necessario — spiega la nota — individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie. Il presidente non ha messo in questione il finanziamento pubblico del sistema, bensì, riferendosi alla sostenibilità futura, ha posto l’interrogativo sull’opportunità di affiancare al finanziamento a carico della fiscalità generale forme di finanziamento integrativo».