Monito di Hollande alle scuole cattoliche «Niente omofobia»

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Corriere della Sera
Elisabetta Rosaspina

Zapatero, che ci è passato ormai sette anni fa, avrebbe probabilmente sconsigliato 
a Frangois Hollande di prendere così di petto il mondo cattolico.

Soprattutto, a una settimana dall`ennesima manifestazione di piazza contro il progetto di legge per la legittimazione dei matrimoni omosessuali, o del «mariage pour tous», il matrimonio per tutti, nel raffinato idioma transalpino. Ma il ministro dell`Istruzione, Vincent Peillon, non ha esitato a impugnare carta e penna quando ha saputo che nelle scuole private cattoliche, convenzionate con lo Stato, ci si preparava a organizzare dei dibattiti sul tema, proprio partendo dal dissenso 
ecclesiastico: «Attenzione. C`è il rischio di cadere nell`omofobia», il ministro ha richiamato i provveditori alla vigilanza, firmando così l`avvio delle ostilità con buona 
parte degli 8.300 capi di istituto, privati, che si sono sentiti sospettati di parzialità e 
di indottrinamento dei loro allievi, due milioni in tutta la Francia. 

«L`omofobia è un delitto – tuonava ieri sulla prima pagina del Figaro, editorialista 
Paul-Henri du Limbert, accusando il governo di “terrorismo intellettuale” e Peillon 
di essere il nuovo “Grande Inquisitore” -. Chi vuole discutere sul matrimonio 
omosessuale sarebbe dunque un delinquente potenziale?». 
Certamente non era questa la conclusione cui voleva giungere il ministro Peillon, 
ma la polemica gli è esplosa tra le mani quando ha disapprovato l`iniziativa del segretario generale per l`insegnamento cattolico, Eric de Labarre, che il 12 dicembre 
scorso aveva scritto ai rettori delle scuole private, invitandoli ad aprire la discussione 
con gli studenti sull`opportunità di legalizzare le unioni omosessuali, senza dimenticare la posizione della Chiesa al riguardo.
«Il dibattito non è mai stato aperto – si difende ora – ognuno ha il diritto di ricevere spiegazioni nel rispetto della libertà delle persone e delle coscienze. Il peggio è il silenzio». 

Il ministro Peillon dissente calorosamente in un`intervista, ieri, a Le Monde: «Non 
mi sembra opportuno introdurre nelle scuole il dibattito sul matrimonio per tutti osserva -. L` insegnamento cattolico, che è sotto contratto con lo Stato, deve rispettare il principio di neutralità e di libertà di coscienza di ciascuno». 

Il presidente Frangois Hollande si è schierato con il suo ministro: «La laicità è 
uno dei principi della Repubblica
E ognuno deve difenderlo. La laicità è il rispetto delle coscienze. Dobbiamo fare 
in modo che tutte le sensibilità siano rispettate, che tutte le religioni possano essere 
praticate. Ma allo stesso tempo c`è una regola che si chiama “la vita comune” e c`è un principio che si chiama “la neutralità dello Stato”, nelle scuole dell`insegnamento convenzionato, come nelle scuole del servizio pubblico».