Miniguida alla maternità assistita

Marie Claire

Il gioco delle parole corre sul web. «Adesso tocca all’esterologa». Si riferisce alla fecondazione eterologa, vietata in Italia ma sempre più accessibile all’estero, complice la crisi che spinge disoccupate spagnole a svendere clandestinamente i propri ovuli (un supermarket che espone a rischi sia le donatrici sia le riceventi). «Dopo l’ultima bocciatura della legge 40 da parte della Corte Europea in fatto di diagnosi preimpianto, l’unico divieto sopravvissuto alle battaglie delle associazioni e alle sentenze dei tribunali è rimasto proprio quello sulla fecondazione eterologa, cioè la possibilità di ricorrere alla donazione di ovuli o spermatozoi nei casi di sterilità non superabili», spiega l’avvocato Filomena Gallo, presidente di Amica Cicogna  (eintranet.it/public/amicacicogna/) e segretario dell’associazione Luca Coscioni, in prima fila nelle azioni contro la contestata legge sulla procreazione assistita. «Eliminare i divieti è un fatto di civiltà che metterebbe fine al turismo procreativo in crescita dal 2004, da quando la norma è in vigore. E consentirebbe finalmente alle italiane di curarsi a casa propria». Malgrado il percorso a ostacoli (ora in parte superati, vedi il punto 5), per quelle 20 coppie su 100 con problemi di fertilità oggi le soluzioni possibili sono molte. Ce ne parlano cinque esperti.

“Work now, conceive later”. Fertilità: così ho cancellato la data di scadenza.

1. Primo: non rimandare. Approccio dolce con similestrogeni e aghi. «Sembra scontato, ma la prima cosa da fare per difendere in modo naturale la fertilità è… non spostare troppo avanti il progetto di un figlio», rifette Giancarlo Balzano, ginecologo e omeopata esperto in medicina integrata. «Tra i 35 e i 39 anni già due coppie su cinque incontrano difficoltà, dai 40 ai 44 la metà non riesce più a concepire spontaneamente. Eppure c’è una sorta di rimozione collettiva intorno a questi dati. Certo, poi la medicina può dare una mano. Quella integrata agisce con metodi dolci e poco invasivi. Prima di tutto con antiossidanti capaci di migliorare la qualità degli ovociti, come l’inositolo e l’acido folico. E con fitoterapici come il Rubus idaeus, gemmoderivato del lampone che riequilibra l’asse ipofisi/ovaio. A volte anche l’idrocolonterapia è utile: purificando l’intestino, alleggerisce la congestione pelvica. Due classici dell’omeopatia, Sepia e Pulsatilla, sono spesso d’aiuto, così come gli ormoni omeopatizzati tipo il Follicolinum, indicati a chi ha carenze di estrogeni e cicli irregolari. Anche l’agopuntura funziona: recenti studi dimostrano che migliorano persino le probabilità di successo dei cicli di procreazione assistita».

Di che sesso lo vuoi? Viaggio in laboratorio senza scrupoli (gen)etici.

2. Proteggere il capitale. I test per contare la riserva di ovuli. «La capacità riproduttiva è un bene prezioso che va difeso sin da teenager»: ne è convinto Andrea Borini, direttore del centro Tecnobios di Bologna e presidente di Profert, Società italiana di conservazione della fertilità. «Prima di tutto guardandosi da rapporti non protetti e infezioni genitali; poi dal fumo, che altera la capacità di tutti gli organi ciliati, comprese le tube, che trasportano l’embrione nell’utero. Infine ascoltando i segnali del corpo, già a partire dai 30/35 anni: se i cicli iniziano a ridursi o a saltare, meglio fare un check testando l’FSH (l’ormone follicolo stimolante) e l’AMH (ormone antimulleriano, in calo se la riserva di ovociti si stia assottigliando). Meglio allora affrettarsi nel progetto di un figlio. O valutare l’ipotesi di mettere i propri ovuli in banca. Uscita dalla fase sperimentale, la crioconservazione di ovociti è da tempo una risorsa per chi è in menopausa precoce o in cura con la chemio. Ma questa sta diventando un’opzione anche per le donne costrette a rimandare l’idea di un bambino: non a caso si parla di social freezing. Oggi le chance di gravidanza sono del 10% per ciclo di scongelamento».

Diario di bordo. Quattro storie per capire cosa vuole dire oggi difendere la salute femminile.

3. Valutare l’opzione “freezer”. Oggi si può mettere in banca anche l’ovaio. Un’alternativa molto più recente, nata per rispondere a casi di emergenza, oggi sta diventando una possibilità concreta per molte (anche come futuribile terapia per la menopausa): si tratta di mettere in banca il tessuto ovarico, anziché gli ovociti. «Finora nel mondo con questo metodo ci sono state una ventina di gravidanze, una delle quali nel nostro centro», racconta Elisabetta Dolfin, ginecologa che lavora al progetto Fertisave dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. «Noi l’abbiamo proposta a una giovane donna che nel 2003 si era rivolta al nostro centro poco prima di iniziare una cura per una talassemia. Non c’era tempo di aspettare la stimolazione ovarica e il prelievo di ovuli: così abbiamo deciso di fare subito un prelievo di tessuto ovarico, effettuabile in qualunque momento del ciclo mestruale, e l’abbiamo crioconservato. Passati sette anni e sconfitta la malattia, la signora si sentiva pronta per un figlio ed è tornata da noi; una volta scongelato e reimpiantato, il tessuto ovarico pian piano ha ripreso a funzionare. E l’estate scorsa è rimasta incinta. Un caso da manuale. Ma le speranze valgono per tutte».

La bellezza della (dolce) attesa. Omum, un rituale cocoon che dura nove mesi.

4. Scegliere i centri più accreditati. Risultati migliori dove si fa ricerca. «L’ultimo meeting dell’Eshre (European Society of Human Reproduction and Embryology) lo ha mostrato con chiarezza: le tecniche di procreazione assistita nei centri più accreditati continuano a migliorare, parallelamente ai risultati», assicura Anna Pia Ferraretti, direttore scientifico del Sismer di Bologna. «Le più consolidate restano Fivet e Icsi (fecondazione in vitro con embriotransfer e iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi), che grazie agli ultimi avanzamenti hanno migliorato sicurezza e percentuali di successo. Per esempio si sono affinati i metodi di selezione di spermatozoi e ovociti, così come i sistemi di cultura in vitro dell’embrione. Infine al meeting europeo è stata comunicata una scoperta importante: confrontando i vari metodi sembra che i risultati migliori si ottengano congelando l’embrione prima del trasferimento – per dare tempo al corpo della donna di riprendersi dalla super stimolazione ormonale necessaria per ottenere gli ovuli da fecondare. In questo modo le probabilità di successo possono salire ben oltre il 30%. I dati sono preliminarima se saranno confermati converrà adeguare i protocolli.

Maternità: cronaca di 9 mesi unici. Cibo sano, ginnastica a misura di pancia e coccole extra.

5. Difendere diritti e sicurezza. Più nati dopo i ritocchi alla legge 40. «Meno gravidanze gemellari e percentuali di successo più alte nei centri italiani: i primi risultati delle mobilitazioni delle associazioni che hanno fatto cadere alcuni vincoli della legge 40 ricorrendo a tribunali sono già visibili nell’ultimo rapporto del Registro per la Procreazione Assistita, che ha censito oltre 12mila bambini italiani nati nel 2010», dice Filomena Gallo, presidente di Amica Cicogna. «Le coppie con problemi di fertilità ora hanno meno preoccupazioni: grazie a queste sentenze oggi nei centri italiani si possono fecondare anche più di tre ovociti (tutti quelli che il medico ritiene utili); è sempre il medico, insieme alla donna, a decidere quanti embrioni trasferire in utero (e non più tutti quelli fecondati); poi si possono congelare gli embrioni prodotti e non trasferiti e richiedere la diagnosi pre-impianto. Certo, resta ancora molto da fare: il divieto di donazione dei gameti e di fecondazione eterologa toglie l’unico rimedio disponibile a donne in menopausa precoce, con malattie genetiche, o curate con antitumorali. Ma quest’autunno ci attendono altri importanti appuntamenti nei tribunali: noi ci contiamo».