Metodo Stamina alla prova. E’ il momento di scoprire le carte

Corriere della Sera
Luigi Ripamonti

Oggi la Camera sarà chiamata a pronunciarsi sul decreto Balduzzi relativo al «metodo Stamina», dopo le modifiche apportate dalla Commissione affari sociali dello stesso ramo del Parlamento. Tali modifiche prevedono che lo Stato si faccia carico di una sperimentazione controllata sul trattamento in questione, secondo criteri di ripetibilità e sicurezza. Dovrebbe trattarsi di un successo per Stamina Foundation. Ma il suo presidente, Davide Vannoni, ha spiegato, in sette punti, come e perché i criteri previsti comprometterebbero l’efficacia della terapia. La maggioranza della comunità scientifica, a propria volta, ha ribattuto che tali obiezioni sono infondate. Un giudizio tecnico è ovviamente impossibile per chi non è «addetto ai lavori», però l’impressione è che l’emendamento offra a Stamina una notevole opportunità. A meno di non voler dar credito all’ipotesi di un’enorme «complotto» da parte della comunità scientifica, finalizzato a far fallire il metodo per proteggere oscuri interessi: l’azione di una lobby diabolica, capace di condizionare i membri del Parlamento. Francamente si fa molta fatica anche soltanto a prendere in considerazione uno scenario del genere. Chi mai potrebbe desiderare il male delle famiglie dei bambini che hanno riscontrato benefici con il metodo Stamina? Può esistere un cinismo del genere? E può essere così diffuso e corporativo? Sarebbe questo il denominatore comune di tanti ricercatori che lavorano nei laboratori italiani (e internazionali)? Non è decisamente credibile. E, per passare al versante opposto delle accuse: si fa moltissima fatica anche ad accettare l’idea che possano essere interessi particolari ad aver suggerito ai rappresentanti di Stamina Foundation di non mettere completamente «in chiaro» il metodo nei termini in cui è stato loro chiesto dagli altri scienziati. Allora non resta che scoprire tutte le carte. La posta in gioco potrebbe essere una terapia straordinaria, non solo per i pazienti trattati finora, ma per moltissimi a venire. In questa storia, alla fine, sarebbe bello poter concludere che ci sono state incomprensioni ed errori, ma nessun cinismo.