Nasce a Piacenza lo studio ”Cardiac”: cellule staminali direttamente dal midollo al cuore per curare l’infarto miocardico. Lo ha annunciato questa mattina il primario della divisione di cardiologia dell’ospedale Guglielmo Da Saliceto di Piacenza, Alessandro Capucci, spiegando che lo studio e’ iniziato da un mese su tre pazienti e pone Piacenza all’avanguardia non solo nazionale ma europea.
Il trattamento consiste in una iniezione di cellule prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente ed infuse nelle arterie coronariche responsabili dell’infarto indirizzandole quindi direttamente nella sede della lesione. ”Questo – spiega Capucci – favorisce i processi riparativi e rigenerativi che gia’ naturalmente avvengono dopo l’infarto. Il trattamento – ha spiegato ancora il medico piacentino – e’ diverso rispetto alle procedure tradizionali, avviene a qualche giorno dal ricovero con l’esecuzione di una puntura nell’osso iliaco (a livello del gluteo) per il prelevamento di pochi millimetri di sangue e dopo circa sei ore viene eseguito un nuovo controllo dello stato delle coronarie durante il quale vengono iniettate le cellule del midollo nel vaso malato responsabile dell’infarto. I potenziali benefici per i pazienti partecipanti a questo studio che si concludera’ nel 2007 – ha concluso il professor Capucci – sono una riduzione dell’estensione della gravita’ dell’infarto, con un miglioramento della funzionalita’ del cuore e la riduzione dei disturbi del paziente”.
Lo studio e’ stato presentato nel corso di una conferenza stampa durante il convegno in corso a Palazzo Re Enzo di Bologna sulla fibrillazione atriale e sullo scompenso cardiaco.
Il trattamento consiste in una iniezione di cellule prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente ed infuse nelle arterie coronariche responsabili dell’infarto indirizzandole quindi direttamente nella sede della lesione. ”Questo – spiega Capucci – favorisce i processi riparativi e rigenerativi che gia’ naturalmente avvengono dopo l’infarto. Il trattamento – ha spiegato ancora il medico piacentino – e’ diverso rispetto alle procedure tradizionali, avviene a qualche giorno dal ricovero con l’esecuzione di una puntura nell’osso iliaco (a livello del gluteo) per il prelevamento di pochi millimetri di sangue e dopo circa sei ore viene eseguito un nuovo controllo dello stato delle coronarie durante il quale vengono iniettate le cellule del midollo nel vaso malato responsabile dell’infarto. I potenziali benefici per i pazienti partecipanti a questo studio che si concludera’ nel 2007 – ha concluso il professor Capucci – sono una riduzione dell’estensione della gravita’ dell’infarto, con un miglioramento della funzionalita’ del cuore e la riduzione dei disturbi del paziente”.
Lo studio e’ stato presentato nel corso di una conferenza stampa durante il convegno in corso a Palazzo Re Enzo di Bologna sulla fibrillazione atriale e sullo scompenso cardiaco.
