Maximulta al medico che si accanisce

di Roberto Pellegrino
Defender la Alegría en Vistalegre (1037)(Immagine fornita da Flickr)

MADRID- Dopo lunghe discussioni che hanno animato per anni i dibattiti politici a livello nazionale e regionale, ieri il Governo regionale dell’Andalusia ha avviato il procedimento legislativo per l’approvazione di una legge per una «morte dignitosa». La "legge sui diritti e le garanzie della dignità delle persone nel processo della morte", inizia così un lungo iter che dovrebbe concludersi con l’approvazione del Parlamento dell’Andalusia entro la primavera del 2009. Lo ha anticipato l’edizione Internet di El Pais. L’assessore alla Salute della comunità autonoma, Maria Jesus Montero, mostra ottimismo sulla legge: «E la prima volta che un provvedimento simile viene elaborato in Spagna».

IL PRECEDENTE CATALANO

Tuttavia, già nel 2000 la Catalogna, un’altra comunità autonoma, ha approvato una legge regionale sul testamento biologico che è stata pioniera in un Paese che dopo l’avvento di due mandati del premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero ha imboccato la strada della laicità più assoluta. Ma nel caso dell’Andalusia la proposta di legge stabilisce che i diritti da riconoscere comprendono la questione del ricevere o meno, in base alla volontà del paziente, informazioni veritiere e comprensibili sulla diagnosi e la prognosi. Questo per permettere al paziente e ai suoi famigliari di decidere senza nessuna interferenza.

La nuova normativa riconoscerà anche il diritto dei cittadini a rifiutare o fermare qualsiasi trattamento o intervento, anche se ciò potrebbe metterlo in pericolo di vita. I pazienti avranno anche la facoltà di richiedere il processo di trattamenti sedativi terminali, qualora ne facessero richiesta. Inoltre, il testo tratta un argomento molto delicato e centrale, quando prevede che i medici che assistono il malato in prossimità della morte devono rispettare le decisioni del paziente senza imporre le proprie convinzioni personali, morali o religiose. In particolare, i medici devono fornire informazioni sul diritto di formulare una «dichiarazione di volontà anticipata sulla vita», cioè un testamento biologico, e limitare l’accanimento terapeutico.

Una limitazione che la legge vuole regolare con severità. Infatti, sono previste sanzioni fino a un milione di euro ai medici che si ostinano a mantenere in vita un malato terminale dove è stata dimostrata l’impossibilità di guarigione. La legge sulla "morte dignitosa" che il Governo andaluso sta preparando vieta, infatti, l’accanimento terapeutico, identificandolo come «mezzi ingiustificati e inutili per prolungare la vita». «Questa pratica – secrive El Pais – viene inquadrata come un’infrazione molto grave da parte dei medici che può essere sanzionata, secondo quanto previsto nel testo della futura legge, con multe che vanno da 60mila fino a un milione di euro». Nello specifico l’articolo 20 della legge non lascia scampo: Al medico responsabile del paziente ha l’obbligo di porre un limite ai trattamenti per mantenere in vita il paziente, quando ritiene necessario che questo possa diventare un accanimento.

Questa valutazione deve essere scritta nella cartella clinica del paziente» e deve essere affiancata al parere di altri due medici che seguono il malato terminale.

DECIDERÀ IL MEDICO

E nel caso che i parenti o i rappresentanti del malato non siano d’accordo con tale valutazione che blocca le terapie di mantenimento in vita, il medico dovrà presentare una richiesta al comitato etico dell’ospedale che dovrà essere istituito in ogni struttura sanitaria questa non sarà vincolante per la decisione finale, ma inviterà a una revisione del caso. Tuttavia, la decisione finale spetterà al medico che potrà anche eseguirla contro la volontà della famiglia del malato terminale. Un aspetto cruciale che farà discutere molto in futuro perché limita il potere dei famigliari . E la Chiesa di Spagna e l’opposizione del Partito Popolare sono pronti a dare battaglia alla legge.