Marco Perduca e Guido Long sul Financial Times su Tory e droghe

Financial Times

Traduzione di Guido Long della lettera al Financial Times

La storia che ha dominato le notizie del weekend che il candidato alla leadership del Partito Conservatore Michael Gove ha fatto uso di cocaina oltre vent’anni fa sembra totalmente fuori luogo. In particolare, il fatto che lui e altri, come Rory Stewart, si siano dovuti scusare per quello che è un comportamento puramente privato (nel caso di Stewart non si trovava neanche nel Regno Unito) ha un che di surreale.

Invece di discutere le loro soluzioni per quella che è stata definita “la più grande sfida di questa generazione”, l’emergenza abitativa, o il degrado ambientale e i cambiamenti climatici, i candidati a diventare il prossimo Primo Ministro hanno passato il loro weekend a spiegare quali droghe hanno consumato e perché. Il Segretario di Stato per gli Affari Interni, Sajid Javid, il cui portafoglio include la materia, ha dichiarato che il semplice uso di droga è un crimine e ha fatto capire che chi lo fa è complice di omicidi.

Come è troppo spesso il caso, nessuno guarda i dati. Sì, le droghe possono essere molto dannose e causare filiere di dolore, ma lo fanno nella maggior parte dei casi perché sono illegali. Il fatto che la maggior parte dei candidati alla guida del paese abbia fatto uso di droghe in passato dimostra come il loro semplice utilizzo non rovini la vita. E’ sempre chi è più svantaggiato nella società a soffrire maggiormente.

Ci aspetteremmo che i candidati diano i dettagli dei loro piani per una politica sulle droghe sensata invece di dettagliare quanto sensate (o meno) fossero le loro scelte giovanili.