Malati terminali e suicidio medicalmente assistito: una decisione giudiziaria che impedisce di “aprire le porte del cielo”
da Giurisprudenza Penale del 4 maggio 2021
Con queste brevi riflessioni, ci si vuole soffermare, anche alla luce dei recenti sviluppi in tema di Referendum sull’art. 579 c.p. e di legge sul suicidio assistito in discussione in Parlamento, sulla decisione emessa dal Tribunale di Roma, sezione Diritti della Persona e Immigrazione, il 22 giugno 2021, a seguito di ricorso d’urgenza ex articolo 700 del Codice di procedura civile in materia di accesso alla procedura di verifica delle condizioni del malato per suicidio medicalmente assistito.
Per amor di chiarezza, si ritiene necessaria una premessa: il punto di vista esposto in queste brevi pagine non può prescindere dal ruolo svolto nella vicenda di difesa e assistenza in giudizio della ricorrente. Nonostante ciò, chi scrive auspica che queste riflessioni possano essere di qualche interesse per coloro che hanno cara la tematica dell’attuazione della giurisprudenza costituzionale riguardo al suicidio medicalmente assistito in generale e, in particolare, quando la persona che fa richiesta di essere aiutata a porre fine alla sua vita è un malato terminale che nel contesto attuale trova ostacoli concreti e discriminazioni.
➡ QUI per approfondire e consultare i documenti
MATERIALI DI APPROFONDIMENTO PER CONOSCERE IL CASO DI DANIELA
➡ Daniela, la malata oncologica, che non ha fatto in tempo a scegliere come morire
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.