«MA LA RICERCA SCIENTIFICA NON PUÒ ESSERE FERMATA» (Il Giorno)

<b>30 dicembre 2002</b> – ROMA – «Per prima cosa non dobbiamo assolutamente fermare la ricerca scientifica – dice il professor Leonardo Santi, oncologo e presidente del Comitato Italiano per le biotecnologie – ma contrastare e non subire passivamente l'effetto negativo, che le presunte scoperte sulla clonazione possono aver provocato sull'opinione pubblica». Perché questa preoccupazione fra i ricercatori?
«Gli annunci sensazionali di Clonaid e di altri personaggi rischiano di creare problemi ai ricercatori qualificati. E di far dimenticare che la clonazione ha un aspetto positivo che riguarda la possibilità d'impiego delle cellule staminali. Le unità fondamentali tratte dal cordone ombelicale, oppure rinvenute in tutto il nostro organismo, possono dar vita in una fase successiva a sistemi terapeutici di grande interesse, addirittura a organi umani di ricambio».

Ma la clonazione non è impedita dalla legge?
«La clonazione umana a scopi riproduttivi è stata proibita già nel 1997, da un'ordinanza dell'allora ministro della Salute, Rosi Bindi, puntualmente rinnovata dai suoi successori. Il 7 settembre 2000, l'ex ministro Umberto Veronesi aveva nominato una Commissione di studio sull'utilizzo di cellule staminali per finalità terapeutiche, presieduta dal premio Nobel Renato Dulbecco. La Commissione, nel documento consegnato tre mesi dopo, raccomandava di finanziare la ricerca su tutti i tipi di cellule staminali, anche su quelle embrionali. Riguardo l'uso delle tecniche di clonazione, prevedeva la possibilità di evitare la creazione di embrioni clonati mediante l'utilizzo della cosiddetta tecnica di trasferimento nucleare, ovvero il trapianto di nuclei in ovociti enucleati. Nel dicembre 2001, l'attuale ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha ratificato l'ordinanza di divieto di clonazione umana, ma non di clonazione animale, e ha istituito un'altra commissione per sovrintendere al finanziamento dei progetti di ricerca sulle cellule staminali».

Quali vantaggi avranno i gruppi di ricerca?
«Possono accedere ai finanziamenti ministeriali solo i progetti basati sull'uso di cellule staminali adulte (umane e animali) o su cellule staminali embrionali animali. C'è grande attenzione su questo problema per le sue implicazioni».

Ma da tempo non si parla più dell'impiego delle cellule staminali. Come mai?
«Il problema è arrivato al Parlamento europeo e c'è stato un dibattito molto articolato. Ora è il momento di riprendere il discorso e attuare un vasto piano che incoraggi concretamente la ricerca sulle staminali per la cura di numerose malattie».

Intanto si parla di bambini clonati.
«E' gravissimo il danno che questi annunci hanno inferto al metodo della ricerca. Si è proceduto alla clonazione di un individuo, ammesso che sia stato realmente fatto, senza la necessaria preparazione, basata su analisi e ricerche accurate. Noi sappiamo ancora poco, per non dire nulla sulla clonazione: non conosciamo gli effetti sulle funzioni cerebrali superiori, sull'apparato digerente e sui processi d'invecchiamento».

Che pensa dei controlli sul Dna di madre e neonata?
«Ci dicono che un esperto esaminerà i reperti: chi ci garantisce l'accuratezza dell'indagine? La comunità scientifica ha bisogno di certezze. Tutti i ricercatori seri non possono fare a meno di esprimere forti sospetti su questa operazione».

<i>di Giancarlo Calzolari</i>