Leucemia, una bambina guarisce con cellule immunitarie riprogrammate

“Emma” (Emily) Whitehead faceva parte di quel 15 per cento di malati che non risponde alla chemioterapia tradizionale, e quando ha varcato la soglia dell’ospedale in Pennsylvania aveva già avuto due ricadute della malattia. La sperimentazione in corso sugli adulti ha avuto risultati contrastanti, con alcuni successi e altri pazienti che non hanno risposto. Ma i passi in avanti compiuti fin qui hanno convinto la multinazionale Novartis a scommettere sul team di ricercatori destinando 20 milioni di dollari per la costruzione di un centro ricerche che dovrebbe portare il trattamento sul mercato, se possibile estendendolo oltre che a tutti i tipi di tumori del sangue anche a quelli solidi: “Il nostro obiettivo è avere una cura per la leucemia, ma ancora non usiamo questa parola – ha spiegato al New York Times Carl June, il principale ricercatore coinvolto – speriamo che un giorno questo sistema possa rimpiazzare il trapianto di midollo, una procedura ancora più rischiosa e costosa”.